20 Maggio 2015

Dogaia, Russo: “No al ticket sanitario per gli agenti infortunati sul lavoro, facciamolo pagare ai detenuti con possibilità economiche”


“Nella sanità, in un periodo di tagli, si stanno chiedendo sacrifici a tutti. Per questo ritengo che sia giunto il momento che i detenuti, che hanno le possibilità economiche, comincino a pagare il ticket per le visite e per le prestazioni sanitarie di cui hanno bisogno. Al contempo è assurdo e inaccettabile che gli agenti di polizia penitenziaria siano costretti a pagare il ticket a seguito di un infortunio sul lavoro. Per questi casi va prevista l’esenzione”.
Il candidato al consiglio regionale per il Partito Democratico, Rudi Russo, raccoglie le istanze del personale del carcere della Dogaia, dopo la visita effettuata questa mattina. Il primo impegno è sul fronte del comparto sanitario: Russo chiede che i detenuti con possibilità economiche comincino a pagare il ticket, e al contempo chiede l’esenzione per il personale di polizia penitenziaria che subisce un infortunio sul lavoro. Poi c’è il capitolo delle condizioni lavorative alla Dogaia. “Gli agenti effettivamente operativi sono 279 – spiega Russo – e di questi 35 vengono impiegati per gli spostamenti dei detenuti. La pianta organica invece dovrebbe essere di 345 unità. E lo stesso accade nel comparto sanitario, dove mancano almeno due infermieri per poter esercitare a pieno organico. Questo significa costringere chi lavora alla Dogaia a un impegno maggiore e a una notevole mole di stress. In più c’è il problema dell’area educativa, dove c’è una carenza di personale che causa un aumento degli eventi critici”.
La situazione sul sovraffollamento di detenuti alla Dogaia è invece migliorata, ma alle porte c’è il rischio di una nuova emergenza. “Ad oggi ci sono 597 detenuti, mentre la capienza è di 613 – conclude Russo – Bisogna però tenere conto che con i lavori al carcere di Pistoia molti detenuti presi in flagranza di reato verranno spostati a Prato e così velocemente si supererà quota 700. Questo inevitabilmente avrà ricadute negative sugli agenti e su tutto il personale della Dogaia, costringendoli ad un impegno al limite della sopportazione. Di qui il mio impegno affinché tutte le carceri della Toscana facciano la loro parte e non si scarichi tutto su Prato”.

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