Il “caso” BpVi tiene banco agli sportelli di Federconsumatori Prato. Sulla questione rovente del deprezzamento – del 23% – delle azioni, attuato dalla Banca Popolare di Vicenza, i cittadini vogliono vederci chiaro: sono infatti tantissimi gli investitori e i risparmiatori pratesi che, in queste ultime settimane, si sono rivolti all’associazione per capire come muoversi di fronte all’operazione di svalutazione dei titoli del principale istituto di credito provinciale.
“Questa situazione andrà a ricadere sopratutto sui piccoli risparmiatori e sulle famiglie che hanno messo da parte i risparmi di una vita e investito su quello che poteva sembrare un buon affare – commenta Adriano Varocchi, presidente di Federconsumatori Prato -. Per adesso raccogliamo la documentazione poi, in accordo con la Federconsumatori nazionale, ci muoveremo per intraprendere iniziative nei confronti della banca stessa”.
Un grattacapo, quello targato BpVi, che va a sommarsi a un panorama locale poco incoraggiante. Spetta proprio a Prato la maglia nera regionale per le pratiche attivate sul fronte dell’indebitamento delle famiglie: nel 2014, su 421 pratiche totali, sono state ben 130 – un boom – le procedure avviate nel settore dei servizi bancari. Alle spalle del distretto, Firenze e Arezzo.
Anche di questo triste primato si discuterà in occasione del Congresso Provinciale dell’associazione. Una realtà che a Prato conta 12 persone, tutte volontarie, suddivise tra la sede centrale di via dei Tintori e gli altri sportelli di Grignano, via dei Gobbi, Montemurlo e Vaiano.
“Stiamo lavorando molto sulla telefonia, sulle utenze per la casa – prosegue Varocchi – mentre dobbiamo potenziare il settore socio-sanitario, importante per i cittadini e le famiglie”.
Ma i numeri di questo sforzo sembrano essere premianti: circa il 98% delle pratiche prese in carico da Federconsumatori riesce ad avere un buon esito. Tra queste, la vicenda – paradossale – di un privato che si è visto recapitare una bolletta dell’energia “lievitata” a dismisura: oltre 4mila euro di consumo, secondo il gestore, a fronte di uno storico medio di 6 euro.
“Si è scoperto, alla fine, che c’era stato un errore nel punto di prelievo – racconta Riccardo Parra, sempre di Federconsumatori -. Lo sbaglio è stato riconosciuto per cui la fattura non valeva 4mila euro bensì pochi spiccioli. Invito quindi tutti a fare attenzione e se ci sono dei dubbi – conclude – a recarsi ai nostri sportelli per chiedere una consulenza. Vale sempre la pena”.
Giulia Ghizzani