Marta è una quattordicenne che naviga su internet. Marta è stata vittima tantissime volte dell’adescamento online, reato introdotto nel nostro codice penale con il quale si intende ogni tentativo di avvicinare un bambino o un adolescente per scopi sessuali, conquistandone la fiducia attraverso l’utilizzo della rete Internet, in particolare tramite chat, blog, forum e social networks, spesso con meccanismi che durano anche settimane o mesi attraverso alcune fasi: contatto iniziale, creazione dell’amicizia, creazione di una relazione più intima, valutazione del rischio, manipolazione psicologica, fase sessuale. Fortunatamente quello di “Marta” è un nome fittizio e dietro ai suoi profili si celano gli specialisti dell’Osservatorio per la Promozione della Sicurezza Online, associazione che si prefigge di insegnare a giovani e genitori a riconoscere i pericoli della Rete, che svolge anche un tramite con la polizia postale monitorando quanto accade (non solo adescamento e pedopornografia, ma anche sexting e cyber bullismo) e accogliendo segnalazioni fornendo poi aiuto. Dopo un percorso fatto con i ragazzi delle scuole medie per insegnare loro a riconoscere i segnali d’allarme, OSO ha tenuto un incontro con i genitori alle scuole “Enrico Fermi”, con la presenza di uno psicologo e un criminologo dell’associazione, che hanno illustrato il comportamento di un adescatore, le abitudini a rischio dei ragazzi e il funzionamento di alcune chat, proprio per insegnare agli adulti a seguire da vicino i più giovani, senza proibire, ma educando alla prudenza: “Negare l’accesso a internet sarebbe sbagliatissimo, è una risorsa preziosissima. A volte però nasconde delle insidie”, spiega Francesco Mugnaioni, presidente di OSO. “Bisogna insegnare ai ragazzi a usarlo e seguirli da vicino. Io dico spesso -prosegue- che navigare su internet è come guidare: bisogna conoscere il codice della strada, saper cogliere i segnali, i pericoli. Spesso i genitori ne sanno mene dei giovani. Possono allora farsi guidare proprio dai figli nella scoperta della Rete, può essere anche un momento divertente. In questo modo potranno avvicinarsi e controllare meglio quello che accade, scoprire situazioni magari da indagare. Per i giovani un modo semplice di prevenzione può essere, ad esempio, non accettare richieste di amicizia dai social network. Spesso fanno a gara a chi ha più amici, ma così finisce che molti sconosciuti hanno accesso a una grande quantità di informazioni e foto. E ancora: attenzione a cosa si scrive e pubblica! Parole, foto…in internet rimane tutto e se ne perde la proprietà. Ma non c’è solo Facebook, sono molte le videochat utilizzate e potenzialmente pericolose. Il genitore deve dunque aggiornarsi, stare al passo con i tempi, dialogare e seguire il figlio, insegnando a riconoscere pericoli che per età potrebbe non riconoscere da solo”.
Per informazioni, richieste o segnalazioni, l’associazione è raggiungibile attraverso i seguenti contatti:
Sede: Via Santa Trinita 84, Prato.
Sito: www.iooso.it
telefono, sms, whatsapp, wechat, o viber: 3392643526
E-mail: ioosoonline@hotmail.com
Chiara Gori