I numeri della scuola pratese parlano chiaro: è boom di iscrizioni agli istituti superiori cittadini.
Secondo i dati del Rapporto 2014 sulla scuola – ottenuti grazie all’incrocio delle banche dati di istruzione, formazione e lavoro -, sono, per la prima volta, oltre 10mila i ragazzi che frequentano le strutture superiori provinciali. Il primato delle iscrizioni va al Buzzi, con 1.620 alunni, che diventa così la realtà con più studenti, superando il Copernico (a quota 1.473) e il Gramsci-Keynes (con 1.427). Tra gli altri istituti, risultano poi in aumento gli iscritti al Livi.
La popolazione scolastica rimane complessivamente stabile a circa 36mila studenti. Sono 6.651 i bambini della scuola dell’infanzia, 12.270 quelli della primaria e 7.557 i ragazzi delle medie.
Tornando alle superiori, il prossimo anno – dati provvisori di aprile – saranno 2.700 i giovani (ripetenti inclusi) che faranno il loro ingresso in aula: il Datini attiverà una classe prima al nuovo indirizzo agrario, mentre al Marconi nascerà una nuova classe prima al nuovo indirizzo grafico-pubblicitario. Ma le soddisfazioni arrivano anche su un altro fronte.
“Il dato forse più significativo – spiega il presidente della Provincia Matteo Biffoni – è però un altro. Rispetto a qualche anno fa, si registrano due punti percentuali in meno in termini di abbandono scolatico. Siamo intorno al 18%. Ancora c’è molto da fare ma questo numero ci dice che abbiamo intrapreso la strada giusta”.
E per combattere il fenomeno della dispersione si pensa di replicare il modello dell’integrazione degli alunni stranieri: un sistema che unisce scuola, Enti locali e famiglie, visto con favore a livello regionale e nazionale. Ormai il 72% degli stranieri nelle scuole pratesi è nato in Italia.
“Abbiamo una forte presenza di bambini stranieri fin dalla scuola dell’infanzia – sottolinea l’assessore all’Istruzione Mariagrazia Ciambellotti -. La percentuale di alunni stranieri nati nel nostro Paese è pari al 94% circa nella scuola dell’infanzia e all’84% nella scuola primaria. Questo ci permette di iniziare, prima possibile, quell’integrazione linguistica e culturale che è elemento fondamentale per l’apprendimento e la trasmissione dell’insieme di conoscenze che faranno la cittadinanza del futuro”.
Giulia Ghizzani