La segreteria regionale del Pd ha ufficializzato i nomi dei candidati al consiglio regionale. Per Prato correranno Nicola Ciolini, che è stato designato come capolista, Rudi Russo, Ilaria Bugetti, Aurora Castellani, Luisa Peris,e Lorenzo Marchi. Quest’ultimo – per decisione della segreteria regionale e nazionale – ha preso il posto di Pasquale Leonardo, che assieme agli altri cinque nomi aveva raccolto le firme ed era stato indicato dalla segreteria provinciale.
Per questo il segretario pratese Gabriele Bosi non ha votato a favore delle liste dei candidati, che sono state comunque approvate con 109 voti a favore, 5 contrari e 6 astenuti.
In una nota, Bosi esprime dispiacere per quanto avvenuto: “Non condividiamo la modalità con cui si è proceduto. Insieme ad altri sono intervenuto quindi per dire che era necessaria una maggiore condivisione delle scelte, anche se la Direzione regionale per regolamento ha sovranità di decisione sulle liste toscane e di conseguenza si assume la piena responsabilità di questa scelta. Ovviamente – continua Bosi – la nostra perplessità non ha a che fare con la persona di Lorenzo Marchi, che la segreteria regionale indica oggi al posto del dott. Pasquale Leonardo; Marchi ha sostenuto la campagna elettorale del 2014 in favore di Biffoni, di cui è attualmente consigliere delegato”.
Fortemente contariato Pasquale Leonardo, che nei giorni scorsi aveva subito un furto e ricevuto una lettera minatoria che lo invitava a fare un passo indietro, perchè comunque l’assemblea regionale lo avrebbe fatto fuori (leggi l’articolo). “Questo non è un partito democratico – era scritto fra le altre cose nel volantoino anonimo – ma il partito di qualcuno e se per assurdo dovessi passare in assemblea ricordati che vai in calabria e ti faranno fuori appena sgarri”.
“Mi rendo conto adesso che il volantino che ho ricevuto non era una minaccia ma una rivelazione di quello che sarebbe successo. Per cui non mi rivolgerò neppure ai carabinieri per esporre denuncia – afferma Leonardo -. Con la mia candidatura volevo testare i confini della democrazia del partito, e adesso posso stracciare la mia tessera del Pd. Credo fermamente nei principi democratici ed è il Partito che si è spostato da questi principi e da me. Non mi fanno paura la lettera ricevuta e le minacce, ma il metodo con cui sono stato catapultato fuori da quello che anziché un partito democratico, si è rivelato un sistema attento agli equilibri biechi di potere. Avevo raccolto 200 firme tra gli iscritti in appena 4 giorni; avevo un programa meraviglioso e idee rivoluzionarie sui temi del lavoro, dell’aeroporto e della sanità. Ma evidentemente sono una persona scomoda che avrebbe tolto 10 o 15 mila voti”.
Leonardo era entrato nel Pd con l’ascesa di Matteo Renzi e adesso, per effetto di scelte della segreteria regionale e nazionale, è stato escluso dai giochi. “Renzi mi ha deluso profondamente. Adesso vorrei invitarlo ad una discussione sulla democrazia di questo partito: sono pronto a parlarne con lui. E se dice: “Chi è Leonardo?” Rispondo che mi conoscerà e gli darò tanta noia in futuro, da un punto di vista politico si intende. Lunedi andrò dal notaio e ho già pronto il nome del nuovo partito: si chiamerà PVB: Partito veramente democratico. Il mio obbiettivo è raccogliere le firme e correre alle prossime elezioni regionali”.
D.Z.
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