14 Aprile 2015

Caso BpVi, Biffoni riceve rassicurazioni da Zonin ma in città cresce la preoccupazione. Prime adesioni per la proposta di un patto di sindacato pratese


Da una parte clienti e aziende che si rivolgono alle associazioni di consumatori e di categoria per capire se ci sono margini di rivalsa per recuperare quanto perduto con la svalutazione delle quote – il 23% – decisa dal cda e approvata dall’Assemblea. Dall’altra parte la Banca Popolare di Vicenza che prova a rassicurare i propri correntisti e soci temendo la perdita di quote di mercato. Il caso BpVi continua a far discutere e se la Fondazione, che peraltro aveva nelle scorse settimane concordato con Vicenza la cessione di metà delle quote, perde quasi 5 milioni del proprio capitale, tante aziende dovranno mettere in conto la svalutazione del capitale investito. Solo quelle iscritte a Confartigianato sono un migliaio.

“Ci sono posizioni molto variegate – spiega Fabrizio Campaioli, dirigente di Confartgianato con delega al credito e presidente di Artigiancredito toscano -. Alcune aziende avevano pacchetti di quote blindate con capitale protetto, altre no, alcuni imprenditori hanno acquistato azioni non a nome dell’azienda, ma come privati. Quel che è certo è che dopo un periodo di riavvicinamento delle imprese pratesi alla banca e anche agli altri istituti di credito, visto anche il superamento di alcune criticità nella fase economica, questa situazione crea sfiducia e porta le aziende a gestire delle passività. Non tutti capiscono che acquistare azioni di una Banca o esserne soci, vuol dire condividerne le sorti”.

Il sindaco Biffoni si è fatto portavoce delle preoccupazioni dei cittadini e ha parlato con Gianni Zonin, il presidente della Banca Popolare di Vicenza, chiedendo maggiore attenzione per Prato, che resta una delle delle aree strategiche per l’istituto di credito. Biffoni e Zonin si incontreranno nelle prossime settimane per parlare delle prospettive legate alla presenza sul territorio e alla trasformazione della Banca in una spa, quando dovrà essere rideterminato il valore delle azioni che i soci riceveranno in concambio.
“Ho ricevuto garanzie da parte di Zonin che ci saranno tutte le attenzioni di cui Prato ha necessità e che questa vicenda non comprometterà in alcun modo il lavoro che la Banca Popolare di Vicenza conduce su questo territorio. Io ho chiesto però che alle parole seguano fatti concreti perchè c’è davvero tanta preoccupazione in città per quello che è avvenuto. L’abbattimento del valore delle azioni rischia di depauperare il nostro territorio, la Fondazione e gli investitori: i piccoli risparmiatori e le imprese che hanno contratto mutui. Per questo abbiamo concordato di incontrarci di persona al più presto”.

In città ha suscitato interesse la proposta di Marco Duradoni, imprenditore e consigliere della Fondazione Cassa di Risparmio su nomina della Provincia, che ieri dai microfoni di Tv Prato ha suggerito un accordo tra soci pratesi della Banca, associazioni di categoria e istituzioni per siglare un patto di sindacato e chiedere peso maggiore nelle scelte strategiche e nella gestione, a cominciare dalla presenza di un consigliere di amministrazione espresso proprio dal territorio pratese. E in ottica futura anche la possibilità di scalare la Banca.

“Qualsiasi iniziativa che porti ad avere maggior peso e incisività sulle scelte future è sicuramente la benvenuta” afferma il presidente della Camera di Commercio Luca Giusti.
“E’ un’ipotesi di lavoro interessante che si può valutare fino in fondo, perchè può avere dei risvolti positivi – commenta il sindaco Matteo Biffoni -. In questi casi l’unione fa la forza, soprattutto in situazioni come questa in cui sono prossime fusioni e incorporazioni con altre banche. Il fatto che Prato faccia sentire il proprio peso insieme può essere un’opzione interessante da approfondire”.

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