Un accordo tra soci pratesi della Banca Popolare di Vicenza, associazioni di categoria e istituzioni per siglare un patto di sindacato e chiedere peso maggiore nelle scelte strategiche e nella gestione della Banca, a cominciare dalla presenza di un consigliere di amministrazione espresso proprio dal territorio pratese. È la proposta di Marco Duradoni, imprenditore pratese di primo piano e consigliere della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato su nomina della Provincia, all’indomani della decisione dei vertici dell’istituto di credito vicentino, ratificata tra i malumori dall’Assemblea dei soci, di ridimensionare il valore delle quote azionarie da 62 a 48 euro, con una diminuzione pari al 23%. Una scelta che ha colto di sorpresa i risparmiatori pratesi, molti dei quali erano stati invitati a sottoscrivere le quote nei mesi precedenti, a partire dalla ricapitalizzazione della scorsa estate. Invece, in un solo giorno, per effetto del deprezzamento, la Fondazione (che deteneva lo 0,5% delle quote) ha perso oltre 4 milioni di euro. Discorso simile per Consiag e per gli oltre 5 mila azionisti pratesi che hanno visto ridimensionati i propri investimenti.
Duradoni aveva già posto, in tempi non sospetti, il problema della sopravvalutazione dei titoli, che è decisa in via autonoma dalla Banca. L’imprenditore pratese si esprime a titolo individuale, lontano da ogni conflitto di interesse, “visto che non ho neppure un conto corrente in Bpvi” – premette. “Alcuni indicatori come ad esempio il rapporto tra capitale e patrimonio di Bpvi non reggevano se rapportati a quelli di altre banche quotate in borsa” – spiega Duradoni -, che anche considerando il bilancio 2014 chiuso con una perdita di 850 milioni, suggerisce una mobilitazione dei soci pratesi e chiede una presa di posizione delle istituzioni locali.
“Occorre aprire una nuova la fase nei rapporti con Vicenza, per il quale Prato resta una piazza importantissima. La mia proposta è quella di costituire un patto dei pratesi, un patto di sindacato, per rappresentare tutti i pratesi all’interno di Bpvi, soprattutto in questa fase di trasformazione della Banca in società per azioni. Ciò garantirebbe maggiormente gli interessi di Prato, soprattutto quelli dei sottoscrittori di quote, ma anche degli investitori e di chi opera con Bpvi. In un futuro di breve periodo, raggranellando una cifra di quote importanti, potremmo avere un rappresentante nel cda della prossima società per azioni. Su un più lungo termine, magari coinvolgendo dei fondi internazionali, l’auspicio potrebbe essere quello di rimettere le mani sulla banca di Vicenza. È un sogno, ovviamente non facile da realizzare, che darebbe la possibilità di riportare a Prato una banca per sostenere la ripresa e lo sviluppo del territorio”.
Di seguito l’intervista integrale a Marco Duradoni.
Commenti