L’emergenza profughi continua e anche Prato sta cercando di contribuire. Ieri a Montemurlo ne sono arrivati 14, sistemati in vari appartamenti nella zona di Fornacelle (via Lamarmora e via Alfieri). “La problematica è seguita direttamente dalla Prefettura di Prato per conto del Governo, che provvede alla collocazione dei migranti negli alloggi di proprietà privata, individuati tramite uno specifico bando – ha fatto sapere il Comune di Montemurlo – Attualmente a Montemurlo sono presenti 32 migranti ed è importante ricordare che la loro presenza sul territorio è temporanea, in attesa delle procedure per il riconoscimento dello stato di rifugiati. L’amministrazione comunale fa presente che non ha la disponibilità di alcun immobile di sua proprietà, come ribadito ieri dagli assessori alle politiche sociali e all’ intercultura nel corso di un incontro che si è svolto in Prefettura. Inoltre, dopo le segnalazioni di alcuni cittadini, il Comune rassicura che – come comunicato dalla Prefettura i migranti che sono accolti sul territorio hanno effettuato uno specifico screening medico per accertare le loro condizioni di salute ed escludere così la presenza di malati contagiosi, come previsto da un protocollo ministeriale”.
Non l’hanno presa bene gli abitanti dei due condomini interessati:
“Siamo a illustrare quanto sta accadendo nel nostro condominio residenziale situato a Fornacelle di Montemurlo, costruito da Abitcoop Società Cooperativa di Prato, nel quale, dal gennaio di quest’anno, viviamo in qualità di soci di Abitcoop – scrivono i condomini – Ieri mattina, in alcuni appartamenti “non ancora venduti” del nostro condominio, si sono insediati 13 profughi provenienti dall’Africa. Si tratta di un bando indetto dalla Prefettura di Prato che è stato vinto dalla cooperativa Pane e Rose che a sua volta si è accordata, a nostra insaputa, con Abitcoop allo scopo di mettere a disposizione due appartamenti del nostro condominio fino al 31 dicembre 2015 (prorogabile).
All’epoca in cui ci proposero l’appartamento, Abitcoop ci disse che avrebbero selezionato i condomini perché l’obiettivo era creare una realtà condominiale “residenziale e qualificata” – proseguono i residenti – Premesso ciò, abbiamo seri dubbi che “avere i profughi in casa” corrisponda, oggi, a quanto proposto da Abitcoop a noi condomini pochi mesi fa”
Commenti