24 Marzo 2015

Smantellato il campo nomadi abusivo di viale Marconi, una settimana per la pulizia dell’area. Tensione e faccia a faccia Faggi-Donzelli FOTOeVIDEO


Non c’è stato bisogno della forza pubblica: stamani, giorno in cui scadeva l’ultimatum imposto dal Comune, le famiglie rom che si erano insediate abusivamente nell’area verde accanto al campo nomadi avevano già abbandonato la zona. Le ultime tracce della loro presenza risalgono a domenica sera quando un incendio distrusse balle di tessuti e una carcassa di un camion. In tutto il Comune aveva censito 28 persone che occupavano abusivamente l’area. “Si trattava di nove nuclei familiari – spiega il vicesindaco Simone Faggi – Quattro hanno lasciato la città per fare ritorno nei territori di provenienza: Roma, Bologna e Torino. Due nuclei hanno trovato una sistemazione alternativa per conto proprio, mentre per nove persone il Comune ha trovato una soluzione ricorrendo a strutture per emergenza alloggiativa, affittacamere e centri di accoglienza per donne sole. Si tratta di 8 persone già seguite dai servizi sociali: una signora anziana e malata, sua figlia gravemente malata con un figlio e una donna con 4 figli minori. Si tratta di una sistemazione temporanea, l’obiettivo è renderle autonome. Non accetto lezioni da chi per anni ha lasciato che quella zona diventasse punto di riferimento anche per i Rom che arrivavano a Prato prevalentemente per delinquere”.

Stamani sono iniziate le pulizie da parte di Asm: occorrerà una settimana per bonificare un giardino divenuto discarica a cielo aperto. Oli esausti, batterie, bombole di gas, materiale plastico ed elettronico, carcasse di auto e furgoni, vetro, grandi quantità di ferro, legno, scarti tessili, carrelli della spesa, manichini, pneumatici, cartongesso. Gli operai devono separare a mano il materiale, il costo dello smaltimento è stimato dal Comune in 13 mila euro e sarà a carico di Asm. Nessuno sarà perseguito per i reati ambientali che evidentemente sono stati commessi. “La responsabilità penale è personale; non si può certo applicare la responsabilità oggettiva: occorrerebbe dimostrare chi ha portato qui il materiale – allarga le braccia il comandante della polizia municipale Andrea Pasquinelli – per di più molte di queste persone non hanno cittadinanza, sono irreperibili, nullatenenti e privi di documenti”.

Alle operazioni ha partecipato la polizia municipale, che è dovuta intervenire per difendere i cameraman minacciati da alcuni residenti nel campo nomadi. La situazione si è fatta incandescente quando si è presentato per un sopralluogo il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, residente a Mezzana, che ha contestato l’operato del Comune e si è reso protagonista di un acceso faccia a faccia con il vicesindaco Faggi.

La visita pre-elettorale di Donzelli non è stata gradita dai residenti del campo nomadi che lo hanno accusato di razzismo. Il politico – scortato dagli agenti della municipale e della Digos – ha poi avuto accesso al campo regolare e ha parlato con uno dei fondatori della struttura, Franco Lepidi, della comunità sinti, che ha lodato l’operazione di sgombero dell’amministrazione comunale. Poi, per la gioia di Donzelli, ha mostrato un tesserino custodito nel portafogli: l’attestato di partecipazione alle primarie del Pd del 2007 con tanto di nome e indicazione di “fondatore del Partito democratico”. Nell’uscire dal campo nomadi Donzelli, pronto a pubblicare su facebook la foto della tessera (nella gallery sotto), affermava soddisfatto: “Adesso si spiega tutto. Con questo ho guadagnato la giornata”.

Dario Zona

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