Alla vigilia del rinnovo del patto tra i soci del PIN, si torna a parlare di numeri e impegni per il futuro del polo universitario pratese. Un futuro legato, a doppio filo, ai contributi pubblici che i soggetti chiamati in causa – sostanzialmente, Provincia e Comune – saranno in grado di garantire per il triennio 2016-2018. Ammonta, infatti, a circa 150mila euro la riduzione dei trasferimenti di provenienza pubblica che oggi sconta il bilancio del PIN. Un segno meno tuttaltro che secondario: di qui, l’appello lanciato dal presidente del PIN Maurizio Fioravanti in occasione della cerimonia di inaugurazione dei corsi universitari 2014-2015. Un monito affinché il tavolo dei soci, di cui fanno parte anche Università e Fondazione Cassa di Risparmio, dia risposte precise e convincenti.
“Il rischio è di andare incontro a uno squilibrio tra pubblico e privato nella gestione del PIN. La cifra di 150mila euro – ha spiegato Fioravanti – deriva dalla cessazione, di fatto, delle funzioni della Provincia, da una riduzione notevolissima dell’impegno finanziario da parte della Camera di Commercio, una riduzione che non riguarda solo noi ma tutte le realtà di questo tipo presenti sul territorio, e infine dallo stop alla convenzione che avevamo con l’ASl per sorreggere il corso di laurea in Infermieristica, una interruzione dettata da cambiamenti delle norme regionali. Nonostante questo, il bilancio è positivo e noi andiamo sotto solo a causa del pagamento delle imposte. La macchina che abbiamo costruito però – ha precisato il presidente – non cammina senza un livello adeguato di contributi pubblici”.
“Come Comune faremo la nostra parte – ha risposto il sindaco e presidente della Provincia Matteo Biffoni -. Resta da sciogliere il nodo sulle risorse della Provincia. Vedremo nei bilanci dell’Ente come poter fare a reperire risorse per sopperire a questa mancanza”.
Al di là delle ombre sugli investimenti, resta la certezza di ciò che oggi il PIN rappresenta per Prato e per l’intero Ateneo fiorentino, che proprio col Consorzio PIN ha rinnovato la convenzione fino al 2017: un polo che punta sulla ricerca scientifica applicata e l’alta formazione, con 25 laboratori attivi, ma anche una importante sede didattica con i suoi 1.130 iscritti, dei quali oltre 200 fuori sede.
“Sono molti i progetti finanziati e svolti negli ambienti del PIN – ha affermato il rettore Alberto Tesi -. Mi auguro ci possano essere altri ambienti nei quali possiamo potenziare questa offerta perché c’è sempre maggior interesse da parte dei gruppi di ricerca a collaborare con le imprese del territorio”.
E se sul fronte degli insegnamenti l’offerta resta invariata, si registrano invece novità in arrivo per quanto riguarda i servizi. Con l’inizio del nuovo anno accademico, gli studenti del PIN avranno, finalmente, la loro mensa: il bando per la concessione del servizio ha visto la partecipazione di un solo soggetto, il Gruppo Elior, di cui si stanno verificando i requisiti per l’aggiudicazione. La sede della mensa sarà in centro storico, dove sorgeranno anche una serie di alloggi studenteschi. Sono infatti circa 25 le proposte di privati al vaglio del Comune, tra palazzine da ristrutturare, appartamenti o ex capannoni.
Giulia Ghizzani