Se l’acquisizione di un quarto dei terreni coltivabili nel pratese da parte di aziende e contadini cinesi può avere un pregio, è quello di essere stata scoperta abbastanza in tempo per dar modo a chi di dovere di interrompere sul nascere questa nuova forma di imprenditorialità orientale.
L’esperienza del tessile ci serva di lezione, sia nel modo di affrontare la questione per risolverla, sia nell’impedire che peggiori. Ed in questo facciamo appello anche ai nostri concittadini, ai toscani, a coloro che una volta erano contadini e ora si trovano con terreni inutilizzati: resistete alla tentazione di venderli cedendo al richiamo di soldi facili ma di dubbia provenienza; fate in modo che il vostro terreno non diventi un luogo dove piantare semi importati illegalmente e spazio per colture che niente hanno a che fare col nostro territorio; non fateci crescere piante, frutti e ortaggi coltivati con sostanze e concimi illegali; non consentite che le serre diventino case, dormitori e rifugio di lavoratori a nero, magari clandestini, sicuramente sfruttati; non rendetevi complici di un oltraggio alla nostra città e alla nostra storia che potrebbe diventare uguale se non peggiore di quello causato al settore tessile e al tessuto sociale pratese.
Agli amministratori, alle forze dell’ordine e a chi deve vigilare e intervenire chiediamo pugno duro fin da domani.
Patrizia Ovattoni
Lega Nord
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