Nuovo ospedale, il vento spalanca le finestre nei reparti. Rabbia fra i pazienti: “Aria gelida fino al mattino”


E’ stata dimessa questa mattina ma ha trascorso una notte al nuovo ospedale Santo Stefano che – complice la tempesta di vento che si è abbattuta su Prato – non ricorderà certo con piacere. M.C. era ricoverata al secondo piano del nuovo edificio, per la precisione nel percorso A settore 6 in cui vengono sistemati i pazienti che debbono sottoporsi ad interventi chirurgici di vario tipo. Una serata come le altre, trascorsa all’interno del presidio ospedaliero in attesa di tornare a casa. Tutto tranquillo, fino a quando la bufera di vento non è arrivata a complicare le cose: le raffiche di vento hanno fatto pressione sugli infissi, spalando con forza una delle porte-finestre della stanza. L’urto è stato violento e ha svegliato di soprassalto i pazienti, impauriti e infreddoliti.

“Erano circa le tre di notte. I finestroni, posso garantirlo, erano chiusi – racconta la donna -. Le finestre non hanno maniglie e si aprono soltanto con le chiavi degli infermieri. A causa del vento questa finestra si è spalancata di colpo, facendo entrare nella nostra stanza aria gelida e creando disagi ai pazienti. Non è possibile che in una struttura che ha circa un anno e mezzo di vita si verifichino episodi simili. Stiamo parlando di persone ricoverate, con difficoltà. Capisco la situazione straordinaria ma lo spavento è stato tanto. Sono incredula”.

Immediata la reazione delle infermiere, accorse in stanza per sigillare le aperture e riportare la tranquillità in reparto. “Ci sono volute tre persone per chiudere la finestra, vista la potenza e l’intensità del vento a quell’ora – prosegue la donna -. Il personale ci ha spiegato che si erano già aperte almeno altre tre o quattro finestre nell’intero reparto. Credo poi di aver capito che una piccola parte dell’infisso si era persino rotta durante il colpo. Gli spifferi si sono avvertiti fino al mattino. L’ambiente era gelido: è una situazione assolutamente spiacevole per chi già si vede costretto a stare in ospedale. Certe cose non dovrebbero accadere”.

La paziente ha chiesto più volte di essere spostata in un’altra stanza ma senza successo. “Il personale mi ha detto che non era possibile – conclude M.C -. Ero già provata dall’intervento, non è stato semplice trascorrere tante ore al freddo. Per fortuna oggi sono stata rimandata a casa”.

Giulia Ghizzani