Diciannove infortuni sul lavoro denunciati dai cittadini cinesi nel 2013 (comprese le sette morti per il tragico incendio alla Teresa moda) su un totale di 3512 registrati a Prato dall’Inail. In pratica soltanto 1 su 200.
Nel 2014 su 169 aziende cinesi ispezionate nell’ambito dei controlli interforze, ben 159 erano irregolari sotto il profilo dei contributi Inail. Si tratta di 491 lavoratori irregolari su un totale di 596, con 366 operai completamente a nero. Nello stesso anno L’Inail di Prato ha recuperato – anche tramite azioni coattive – premi per circa 40 mila euro a fronte di richieste per 250 mila euro.
I numeri fotografano dunque la permanente difficoltà di mettersi in regola da parte delle aziende orientali. Per contribuire all’emersione alla legalità, l’Inail di Prato assieme al consolato cinese di Firenze e alla Cap, lanciano una campagna di prevenzione sulla sicurezza sul lavoro. Il progetto prevede la collocazione di opuscoli informativi in lingua italiana e cinese su tutti gli autobus della Cap. I cartelli sono rivolti ai lavoratori orientali e spiegano quali sono gli obblighi assicurativi delle aziende e i meccanismi di tutela previdenziale in caso di infortunio o malattia professionale, che coprono anche i lavoratori a nero. Un’analoga campagna informativa è stata promossa dal consolato, Asl, Regione Toscana e associazioni di categoria presso gli imprenditori cinesi.