C’è un giovane pratese che domani – meteo permettendo – assisterà all’eclissi solare in uno dei punti di osservazione più spettacolari al mondo: Ny-Alesund, nell’incontaminato arcipelago norvegese delle isole Svalbard. Si tratta di Fabio Giardi, 28 anni, ricercatore dell’Università di Firenze, che da tre settimane sta conducendo un periodo di studio presso il “Dirigibile Italia” del Cnr, 79 gradi di latitudine nord, la casa italiana più a nord del mondo, luogo ideale per le ricerche in ambito polare. Per Fabio, il Dirigibile Italia è diventata una seconda casa: è già alla terza esperienza in loco.
“Sono al primo anno di dottorato in Chimica all’Università di Firenze. Mi occupo di chimica dell’atmosfera e sto conducendo una campagna di campionamento di particolato atmosferico che poi verrà utilizzato nei laboratori dell’Università”. Studi che sul lungo periodo possono contribuire ad inquadrare il fenomeno dei cambiamenti climatici.
La terza missione di Fabio in Norvegia coincide casualmente con l’eclissi del secolo. Nei fiordi scandinavi – diversamente dall’Italia dove il fenomeno domattina sarà apprezzabile al 70% (il picco di maggiore oscurità è alle 10,46) – l’eclissi sarà completa e attorniata da un paesaggio da fiaba fatto di ghiacciai e montagne innevate.
A proposito di condizioni climatiche: quanti gradi ci sono lassù? “Qui dentro il laboratorio mi vedete a mezze maniche – sorride Fabio, nell’intervista via Skype – ma in questo momento (sono le 11 di mattina, ndr) là fuori ci sono 16 gradi sotto zero e con il vento si arriva a una temperatura percepita di –24. Adesso il sole picchia ma qui il meteo è imprevedibile… speriamo che domani non ci siano nuvole davanti”.
Nella base di Ny-Alesund assieme a Fabio ci sono altre 4 persone: due tecnici del Cnr e due giornalisti Rai News 24 che hanno dedicato un servizio all’attività del Dirigibile Italia (guarda il video) e stanno preparando le attrezzature per seguire l’eclissi con una diretta streaming e realizzare video in timelapse di grande effetto. “Sono tra le persone che rimarrà più a lungo qui, fino a metà maggio: darò supporto per altri ricercatori italiani che arrivano per periodi più brevi. Ogni giorni devo controllare gli strumenti e preparare i miei campioni oltre che raccoglierli”. Nel villaggio, interamente dedicato alla ricerca, sono presenti altre basi permanenti di altri Paesi: Francia, Germania, India, Corea, Giappone.
E dell’Italia e di Prato cosa ti manca? “I parenti e gli amici di Cafaggio – risponde Fabio – e il cibo, anche un semplice piatto di pasta. Qui abbiamo una mensa comune per ricercatori e lavoratori norvegesi, ma non è la stessa cosa che in Italia. Del resto non è semplice portare rifornimenti e cibo fresco quassù”.