Disastro edilizia, Prato peggio della media toscana. Cerza (Cisl): “Grandi opere, patrimonio culturale e casa per ripartire”


L’edilizia toscana vede i suoi occupati e le sue aziende dimezzati, considerando il periodo che va dal 2009 ad oggi. Il fatturato crolla e i bandi di gara pubblici passano dai 1366 del 2008 ai 603 del 2014. Sono i numeri presi in considerazione da Riccardo Cerza, segretario generale della Cisl Toscana: “Di fronte ai quali le risposte ‘convenzionali’ non bastano più, ci vuole un piano straordinario con tre punti forti: sblocco delle grandi opere, messa in sicurezza del patrimonio artistico e del territorio, politiche per la casa. Ma la nuova edilizia – sottolinea Cerza – deve essere rispettosa dell’ambiente, non consumare nuovo suolo ma riconvertire e ristrutturare siti industriali, edifici e abitazioni esistenti”.

Non va certo meglio a Prato, anzi. Secondo i dati comunicati dalla Cisl Prato, prendendo in considerazione solamente la dimensione urbana la situazione peggiora: si passa dai circa 3000 occupati del 2006/2007 ai 1000 registrati a gennaio 2015; dalle 620 aziende alle 390, sempre considerando lo stesso lasso di tempo. A pesare, oltre alla crisi ordinaria, c’è l’uscita dell’Ospedale e di Pratilia, mentre non fanno da contraltare opere quali la tramvia a Firenze o grandi aziende capaci da sole di assorbire buona parte dell’occupazione, come a Grosseto, facendo innalzare un po’ i numeri a livello regionale.

Cerza lancia un invito per lo sblocco delle grandi opere, priorità, in vista di una ripresa: “La prima leva da usare è il completamento delle grandi opere bloccate da anni: si mettano d’accordo enti locali, comitati, politici, sovrintendenze e autorità varie, ma facciano partire i lavori, perché se l’economia riparte dobbiamo cogliere l’occasione al volo”. Sulle grandi opere si sofferma anche il Segretario della Filca-Cisl toscana, Ottavio De Luca, che chiede: “Una riforma urgente negli appalti che elimini il massimo ribasso, che espone il settore a infiltrazioni e bassa qualità, e velocizzi le procedure di aggiudicazione. Inoltre –aggiunge- chiediamo ai comuni, per rilanciare l’edilizia che è un volano fondamentale dell’economia, di prevedere per le imprese virtuose agevolazioni sulla tassazione locale e sconti sull’occupazione del suolo pubblico”.
Per il segretario generale della Cisl altri due punti sono di rilevante importanza: “Altra leva da usare è la messa in sicurezza delle miniere d’oro che abbiamo in Toscana, ovvero il patrimonio artistico e l’ambiente. Infine un piano di edilizia pubblica che dia risposte al problema sempre più pesante della casa. In questo senso molto positivo è il progetto di ‘housing sociale’ appena lanciato, che può valorizzare il patrimonio abitativo finito in mano alle banche dopo i tanti fallimenti di azienda costruttrici, riattivando il mercato degli affitti e offrendo soluzioni a quella fascia di cittadini (e sono sempre di più), troppo ‘ricchi’ per una casa popolare e troppo poveri per il mercato. Al tempo stesso, alleggerendo le banche da questi immobili, si consentirebbe loro di tornare a erogare credito alle imprese edili; il che, unito al basso costo del denaro, può innescare una crescita del settore”.

Cerza e De Luca lanciano infine un appello agli enti locali affinché aderiscano al progetto di housing sociale: “Che può dare risposte al problema abitativo e al tempo stesso rilanciare l’economia e l’occupazione. Se si considera che per ogni euro che un ente locale mette nel fondo, la Cassa depositi e prestiti ne aggiunge altri 2,33, i comuni con un piccolo sforzo possono avere un grande risultato: vale la pena investire qui invece che nelle mille partecipate, parcheggio di vecchi politici trombati”.