Nessuno vuole la Varvarito. La vicenda dell’azienda che si occupa di frantumazione di inerti sembra davvero non avere fine. Il Comune ha individuato due aree nelle quali poter trasferire in maniera definitiva l’azienda. Ma appena si è sparsa la notizia gli abitanti vicini alle zone interessate hanno cominciato a protestare. Prima ha iniziato il comitato di Casale, che ha espresso un fermo no allo spostamento nella frazione della Varvarito. Poi, a ruota, anche commercianti e residenti di Iolo hanno espresso il proprio disappunto, cominciando una raccolta firme per evitare l’insediamento della Varvarito.
Le aree individuate, come detto, sono due: la prima di 19 ettari a nord ovest del casello autostradale di Prato ovest, tra la Firenze-mare e la declassata nella zona di Casale al confine con Agliana; la seconda di 9 ettari delimitata dalla prima tangenziale, dall’Autostrada Firenze-mare e dall’Asse delle Industrie nella zona di Iolo.
Anche la politica si sta interessando della vicenda. La consigliera indipendente Marilena Garnier ha presentato un’interrogazione, sottolineando come le attività di frantumazione inerti comportino un aumento dell’inquinamento pericoloso per la popolazione.
Garnier nell’interrogazione chiede se l’amministrazione comunale ha valutato l’impatto ambientale in una zona della città già fortemente stressata dal passaggio dell’Autostrada Firenze-mare, dal metanodotto, dal fangodotto, dall’elettrodotto, dalla zona industriale del macrolotto 1, dall’impianto di Baciacavallo, dell’impianto del Calice. La vicenda è solo all’inizio, ma fa già rumore.
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