Dopo oltre vent’anni – da quando all’inizio degli anni Novanta vennero stabiliti i parametri di legge che misuravano la presenza di inquinanti nell’aria – Prato resta al di sotto dei limiti delle polveri sottili. Lo stabilisce il report annuale redatto da Legambiente su “L’inquinamento atmosferico e acustico nelle città italiane e in Europa”. Per quanto riguarda i livelli di PM2,5 – il particolato fine – Prato fa registrare un valore medio annuo di 20 microgrammi per metro cubo, mentre il limite di legge si attesta a 25. Per quanto riguarda invece il biossido di azoto (NO2), gas irritante per l’apparato respiratorio e per gli occhi che può causare diversi problemi respiratori, Prato fa registrare un valore di 30 microgrammi al metro cubo di media, mentre la media annua massima per legge si attesta a 40. La cosa singolare è che, se da una parte si esprime senz’altro soddisfazione per questo traguardo, dall’altra è lo stesso presidente di Legambiente Prato Paolo Balestri a frenare i facili entusiasmi. “Lo scorso anno ha piovuto una volta e mezzo in più della media nei giorni stabiliti per le rilevazioni -, spiega – e nei giorni di pioggia i valori sono sempre sotto la media”. E, per quanto riguarda la rilevazione delle Pm10, da sempre le polveri sottili più temute, Balestri precisa che “a volte le centraline si guastano e certi parametri non possono essere rilevati”. Dunque, un bicchiere mezzo pieno anche se Balestri comunque si mostra piuttosto soddisfatto dei risultati di Prato e aggiunge: “la minore attività industriale sicuramente riduce l’inquinamento dell’aria e anche delle acque”.
Nel redigere le classifiche è stata presa come riferimento la centralina peggiore (per Prato, che ne ha due, si tratta di quella in via Roma). La centralina peggiore – chiarisce il report di Legambiente – non è sicuramente indicativa della qualità media dell’aria di tutto il perimetro urbano, ma riporta la situazione più critica di cui gli amministratori locali e gli abitanti devono tenere conto. La classifica è stilata in base al massimo valore medio annuo registrato nelle centraline urbane delle città italiane.