Continuano le proteste per la carenza di distributori automatici all’interno del nuovo ospedale di Prato. Da alcuni mesi al Santo Stefano sono state tolte le macchinette distributrici di bevande e cibo che erano presenti nelle aree relax dei reparti. Le uniche rimaste sono quelle nella sala di attesa al pronto soccorso e nei locali seminterrati che conducono agli spogliatoi dei dipendenti, spazi questi ultimi che dovrebbero essere inaccessibili agli utenti. Alla base della rimozione, fa sapere la Asl, sono state le prescrizioni dei vigili del fuoco in materia di antincendio che non hanno ad esempio riguardato i nosocomi “gemelli” di Pistoia e Lucca.
Diverse sono state, in questi mesi, le lamentele da parte di pazienti, familiari e anche degli operatori sanitari. A raccogliere le segnalazioni, il presidente del Centro diritti del malato Fabio Baldi. I problemi si fanno sentire per i ricoverati soprattutto la sera e la notte, negli orari di chiusura del bar e per coloro che hanno difficoltà a spostarsi. Ma anche durante la giornata, ad esempio, da parte di camici bianchi e infermieri che in molti casi non hanno materialmente la possibilità di allontanarsi dal posto di lavoro per prendere un caffè. Per trovare una via d’uscita, Baldi ha chiesto un incontro tra la dirigenza della Asl, i vigili del fuoco.
Secondo l’ingegner Gianluca Gavazzi della Asl, allo stato attuale non è possibile adottare accorgimenti per consentire l’installazione delle macchinette ai piani di degenza. L’unica soluzione, concordata con il concessionario dell’ospedale, è quella di posizionare i distributori in altri luoghi. In particolare, già dalle prossime settimane, una ventina di macchinette saranno collocate al piano terra, nella palazzina economale, nella zona attigua alla sala conferemze e probabilmente anche nelle aree esterne, come il giardino. “Rispetto al vecchio ospedale – spiega l’ingegner Gavazzi – i percorsi sono molto compatti e i collegamenti tramite ascensore faciliteranno il raggiungimento dei distributori”.
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