Malinconi (Cisl): “Il distretto si è incattivito, operai controllate le buste paga: ci sono casi di decurtazioni alla zitta”
“Il distretto si è incattivito, stiamo assistendo a un cambiamento di rapporti, dove nessuno si fida più di nessuno”. A dirlo è Chiara Malinconi, segretaria Cisl per il settore tessile, in una intervista pubblicata sull’ultimo numero di Toscana Oggi. Nel commentare l’accordo raggiunto con Eurotintoria, che ha previsto la cassa integrazione straordinaria per tutti i dipendenti (leggi l’articolo), la sindacalista afferma che questa vicenda ha rappresentato “uno dei momenti più bassi nel rapporto tra imprenditori e lavoratori”.
Secondo Malinconi “il perdurare di questa crisi ha fatto venire meno il patto etico che c’era in questo distretto”, definito come un “percorso iniziato nel 2009 con l’accordo fatto con il lanificio Bellucci, nel quale i lavoratori sono stati messi in condizione di ricollocarsi. Forse non ce ne rendiamo conto – dice la sindacalista Cisl – ma stiamo assistendo a una dismissione di questo distretto. A Prato adesso ci possiamo contare, le rifinizioni, quelle più strutturate, non sono più di venti”.
Sotto accusa sono finiti i rapporti interni al distretto, dominati, secondo Malinconi, “da un cannibalismo industriale”. La colpa non risiede tanto nella concorrenza globale legata al dumping, ma nella “corsa al ribasso delle tariffe di lavorazione”. Il risultato? “Ci facciamo la guerra tra di noi, andiamo in ordine sparso senza nessuna voglia di lottare insieme per la sopravvivenza di tutti. Vige il mors tua vita mea”. Per superare l’individualismo che da sempre contraddistingue il nostro distretto la strada da percorrere, secondo la Cisl, è quella del “Consorzio tra le aziende”. “Come quello che protegge e valorizza il parmigiano reggiano in Emilia”, dice a Toscana Oggi Malinconi, che aggiunge: “le imprese devono fare lobby, si deve andare oltre il termine del distretto per iniziare a ragionare in una logica consortile. Avere una politica industriale comune darebbe più forza contrattuale alle nostre aziende, che non sarebbero più sole nel mercato. Basta scaricare i costi nei confronti di fornitori e lavoratori. Dentro la scelta di abbassare le tariffe in un sistema che non sta in piedi si annidano comportamenti scorretti”.
E a proposito di scorrettezze e di “distretto incattivito”, Malinconi denuncia alcuni episodi, che non esita a definire “vergognosi”. Il riferimento è al “comportamento dei consulenti del lavoro che adottano trucchi sempre più scorretti. Ci siamo accorti che dalle buste paga spariscono le ferie, oppure vengono tolti 20 o 30 euro. Piccole cifre ‘rubate’ al lavoro dei dipendenti. Una cosa che non ho problemi a definire vergognosa. Proprio oggi è venuto da noi un operaio di origine marocchina. Lui ha una busta paga di 1300 euro al mese ma in realtà ne riceve solo 900, inoltre la sua azienda si rifiuta di pagargli gli assegni familiari anche se lui ne ha diritto!”.
Non solo, alla Cisl sono arrivate anche segnalazioni di questo tipo: “Casi di operai con una busta paga di 1200 euro al mese, regolarmente versati, che poi per un accordo verbale devono restituirne brevi manu una parte. Anche queste sono cose vergognose. Tempo fa il mio collega Gianni Rizzuto disse che stiamo assistendo alla cinesizzazione del distretto, aveva ragione”.
L’intervista si conclude con un appello ai lavoratori: “Rivolgetevi alle organizzazioni sindacali per far valere i vostri diritti. Intanto un consiglio: guardate le vostre buste paga, potreste trovarci delle sorprese”.
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