La commissione nazionale italiana per l’Unesco cerca una sede per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura. Sede che dovrà essere in Toscana, secondo le intenzioni del presidente della commissione Giovanni Puglisi, accolte con favore dal governatore Enrico Rossi. Il sindaco di Prato Matteo Biffoni ha subito avanzato la candidatura della Fattoria medicea delle Cascine di Tavola, scrivendo direttamente al presidente della commissione Unesco: “La scelta di aprire una sede in Toscana rappresenta un importante riconoscimento del ruolo dei nostri territori e della capacità dei nostri cittadini e delle istituzioni di essere all’altezza di un patrimonio, storico, culturale e ambientale unico – sottolinea il sindaco Biffoni -. La candidatura della Città di Prato, e in particolare della Fattoria medicea, ad ospitare la nuova sede Unesco appare naturale, quale simbolo dell’importanza che la nostra Regione ha sempre attribuito alla conservazione e valorizzazione dei beni culturali e quale azione concreta che possa favorire il recupero della fattoria e dell’intero parco agricolo annesso alla villa”.
Proprio in questi giorni, la fattoria medicea delle Cascine di Tavola è stata confiscata dal giudice penale a seguito del mancato rispetto, da parte della proprietà, delle disposizioni impartite dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici, finalizzate a tutelare il bene e ad evitare ulteriori danneggiamenti.
La tenuta, oggi in grave stato di degrado, fu realizzata da Lorenzo dei Medici a partire dal 1477, due anni prima dell’inizio dei lavori della più famosa Villa di Poggio a Caiano, Villa Ambra, oggi dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Lorenzo il Magnifico volle che la dimora signorile e la fattoria agricola rappresentassero due poli tra i quali si distende ancora oggi la vasta tenuta, dove le attività agricole furono molteplici, dall’allevamento bovino alla produzione di formaggi, dalla coltivazione di orti e frutteti all’allevamento di api e bachi da seta, fino all’introduzione della prima coltivazione sperimentale di riso.
“Mentre la Villa di Poggio a Caiano è stata valorizzata e resa fruibile alla collettività, le “cascine” sono oggi gravemente abbandonate ad un degrado che, qualora non si intervenga con la massima urgenza, potrà causare danni irreversibili – sottolinea il sindaco Biffoni -. Portare qui una sede dell’Unesco avrebbe un grande valore, non solo per Prato ma per il patrimonio storico e artistico italiano”.
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