25 Febbraio 2015

Emporio, nel 2014 distribuiti un milione di prodotti a 1864 famiglie in difficoltà


Oltre un milione di prodotti distribuiti a 1864 famiglie per un valore di 2 milioni di euro. Di queste il 52,6% sono italiane. Sono i quattro dati principali del bilancio sociale 2014 dell’Emporio della Solidarietà, che da sette anni rappresenta un punto di riferimento per tanti pratesi bisognosi colpiti dalla crisi economica. Mercoledì 25 febbraio i dati sono stati presentati in un incontro pubblico che si è tenuto nella salone consiliare della Provincia di Prato, uno degli enti promotori del progetto insieme a Comune, Fondazione Cassa di Risparmio e Diocesi.

Da quando è nato, nel giugno del 2008, il supermercato solidale di via del Seminario, ha distribuito cibo a 3310 famiglie, che a intervalli diversi hanno usufruito di questa opportunità, per una media di 2 anni e mezzo di assistenza. «Per questo possiamo dire che nel tempo è come se avessimo servito 8957 famiglie», sottolinea Marcello Turrini, che ha redatto il bilancio. E contando che in media ogni nucleo è formato da 4,2 componenti, possiamo dire che nel corso dei suoi anni di apertura l’Emporio ha sostenuto 37.600 persone dando loro beni per un valore di quasi 9 milioni di euro.

Non solo tessere famiglia, un aiuto viene dato anche ai neonati, grazie alla presenza sugli scaffali di pannolini, omogeneizzati, biscotti e latte in polvere, prodotti costosi messi a disposizione di mamme in difficoltà segnalate dal Centro di Aiuto alla Vita. Nel 2014 le tessere attive sono state 347 (l’11% sono state consegnate a mamme italiane).

Numeri importanti, che dimostrano l’impatto di questo servizio sulla città di Prato. «Ma occorre andare oltre e non perdere di vista l’aspetto della promozione umana che è il cuore del progetto», afferma Idalia Venco, direttrice della Caritas diocesana: «fin dall’inizio abbiamo inteso l’Emporio come una occasione di incontro di tante persone che hanno bisogno di essere non solo sostenute ma anche stimolate a uscire dalla situazione di difficoltà nella quale si trovano». Per questo motivo gli spazi di via del Seminario sono diventati luoghi di socializzazione e punto di partenza di percorsi formativi dedicati a corretti stili di vita. Nel 2014 tutti i nuovi possessori di tessera – nell’Emporio non girano soldi, la spesa si fa con i punti assegnati dai servizi sociali del Comune o dalla Caritas – hanno frequentato un corso per imparare a fare la spesa. «Abbiamo insegnato ai nostri utenti ad “acquistare” solo il necessario, a sfruttare offerte e sconti che anche noi proponiamo e a stare attenti alle scadenze degli alimenti», spiega il coordinatore del progetto Emporio Rodolfo Giusti, che aggiunge: «Da quando abbiamo iniziato questo percorso vediamo che l’approccio nei confronti del servizio è cambiato in meglio». La conferma arriva anche dall’indagine per la soddisfazione del cliente che per la prima volta è stata fatta nei confronti degli utenti dell’Emporio. «La qualità dei nostri prodotti è stata valutata molto positivamente dall’85% degli intervistati e solo il 2% ha dato un giudizio negativo sull’accoglienza e la disponibilità del personale del servizio», afferma Giusti.

Le difficoltà maggiori sono rappresentate dal continuo bisogno di reperire alimenti. L’anno passato è stato il primo senza l’invio dei prodotti Agea (l’agenzia per l’erogazioni in agricoltura) finanziati con fondi europei. Il 60% dei beni distribuiti proviene dal dono di aziende, il 23% dalla Coop, il resto dalla sinergia con la rete degli Empori in Italia, dalle raccolte, dal Banco alimentare e da accordi con Cft Logistica e Caritas di Firenze. A questo proposito è da sottolineare questo ultimo progetto, che prevede il rifornimento di frutta e verdura (aumentato in un anno del 62%) grazie proprio alla Caritas fiorentina. «Aggiungiamo che niente viene buttato, quando non riusciamo a dar via tutti i prodotti, perché ormai prossimi alla scadenza, li doniamo alle mense dei poveri di Prato, Firenze e Fiesole», dice ancora Rodolfo Giusti.

Nel 2015 ci sono due importanti novità. La prima riguarda l’estensione delle tessere agli abitanti dei Comuni della Valbisenzio, una possibilità data dall’ingresso della Caritas parrocchiale di Vaiano all’interno dell’osservatorio diocesano sulle povertà. La seconda è l’apertura di uno sportello Acli che fornirà ai frequentatori dell’Emporio assistenza e consulenze in ambito amministrativo e fiscale.

 

 

«Sono grato a tutti coloro che con impegno stanno portando avanti un servizio così prezioso – ha affermato mons. Franco Agostinelli – questa nostra esperienza pratese, la prima in Italia insieme a quella di Roma, è stata presa a modello da altre Diocesi in Toscana e da fuori regione, segno dell’ottimo lavoro che è stato fatto fino a oggi. Mi piace sottolineare – ha aggiunto il Vescovo – come questo risultato sia stato raggiunto attraverso un lavoro corale tra le istituzioni cittadine, fare rete è quanto mai necessario per riuscire davvero a dare risposte a chi ha bisogno».
«Dà grande soddisfazione sapere che in città esiste un servizio così efficiente ed eccellente», ha detto il sindaco Matteo Biffoni, «voglio ribadire che questa Amministrazione considera l’Emporio una esperienza fondamentale, perché riesce con forza e capacità ad aiutare le famiglie che stanno vivendo momenti difficili e lo fa restituendo loro dignità».
«I numeri dell’Emporio presentati nel bilancio parlano da soli, basta questo per commentare il lavoro che è stato fatto in questi sette anni dalla sua apertura», ha detto l’assessore Luigi Biancalani, che ha voluto sottolineare come il 53% degli utenti siano italiani, «noi aiutiamo tutti – ha affermato – ma occorre far sapere questo dato che conferma il nostro impegno verso i cittadini pratesi».
La presidente Fabia Romagnoli, confermando il convinto impegno della Fondazione Cassa di Risparmio nel sostegno all’Emporio, ha ricordato i progetti sugli stili di vita rivolti ai possessori della tessera spesa e i percorsi educativi nelle scuole: «Sono occasioni formative utili a far capire quanto sia importante la lotta agli sprechi alimentari e al riuso intelligente di quanto abbiamo. E poi – ha concluso – questo bilancio conferma quanto Prato sia una città solidale, che pensa non solo all’assistenza del più debole, ma anche alla sua crescita e alla sua formazione».

Alcuni dati. In questi sette anni di vita l’Emporio ha aumentato ogni anno il numero di tessere, nel 2009 erano 1149, oggi sono 1864. Attualmente gli stranieri sono il 47,4% del totale, le nazionalità più rappresentate sono quella albanese, rumena, marocchina e nigeriana. Pochissimi i cinesi. Quest’anno è stato battuto il record di accessi settimanali il cui numero medio è stato di 849 tessere, l’obiettivo per il 2015 è di arrivare stabilmente alle 900. Ogni famiglia ha ricevuto beni per un valore di 761 euro, questo è il dato medio che oscilla tra un minimo di 310 e un massimo di 1035 euro, per i nuclei numerosi. Nel 2014 l’Emporio è stato aperto 149 giorni con tre aperture settimanali in orario continuato dalle 10 alle 18. Sugli scaffali è possibile trovare prodotti di tutti i tipi, la maggior parte sono latticini e formaggi, biscotti e merendine, scatolame ma anche pesce e carne. Quest’ultimo è l’alimento più richiesto e più difficile da reperire e così si è dovuto ricorre agli acquisti diretti, possibili anche grazie alla campagna «adotta una famiglia» che lo scorso anno ha fruttato 24mila euro. L’accesso all’Emporio è stato accordato per il 53% dai servizi sociali del Comune, per il 42% dalla rete Caritas, per il 3% dal Volontariato vincenziano e per il 2% dalle Conferenze della San Vincenzo. Ricordiamo infine il contributo annuale versato dai quattro enti promotori: 40mila euro dalla Fondazione, 20mila da Comune e 20 dalla Provincia, mentre dalle reti Emporio e Caritas arrivano 135mila euro.

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