Arrivano anche a Prato gli effetti della legge nazionale pensata per snellire gli arretrati dei processi civili che intasano i lavori dei tribunali italiani. Nella norma sono contenute anche forme di semplificazione nei procedimenti per accedere agli effetti della separazione o del divorzio, in un’ottica di riduzione dei tempi processuali. Per evitare il ricorso al giudice due sono le possibilità offerte dalla legge 162 del 2014: le dichiarazioni dei coniugi al sindaco (ovvero all’ufficiale di stato civile) oppure la negoziazione assistita da un avvocato. Riguardo a questa ultimo caso la giunta Biffoni ha attribuito all’Ufficio di Stato civile la competenza di accertare e quantificare le sanzioni nei confronti degli avvocati che ritardino nel trasmettere al Comune gli accordi da loro stipulati in materia di divorzio e separazione.
“Il Comune di Prato – ha affermato l’assessore all’anagrafe Benedetta Squittieri – è tra i primi in Italia ad applicare la normativa e la scelta delle sanzioni rientra nei termini dati dalla legge. L’obiettivo è diminuire i tempi dei procedimenti e ridurre i costi a carico dei cittadini, nei casi dove questo risulti possibile”.
La separazione o il divorzio con rito abbreviato infatti non sono previsti nei casi in cui ci siano figli minori, con handicap o economicamente dipendenti dai genitori o siano presenti pendenze aperte tra i coniugi. Ad oggi sono circa trenta le pratiche, tra aperture di procedimenti e trascrizione degli atti, prese in carico dall’Ufficio di Stato Civile.
Le sanzioni scattano nel caso di un ritardo superiore a dieci giorni dalla data di stipula dell’accordo e sono fissate in 4mila euro fino a 60 giorni più 100 euro per ogni ulteriore giorno di ritardo, fino ad un massimo di 10mila euro. La comunicazione del recepimento della norma nazionale da parte del Comune che evidenzia la previsione di sanzioni per i legali non è piaciuta agli avvocati pratesi.
“Credo che sia un approccio sbagliato comunicare questa previsione normativa focalizzandosi sulle sanzioni agli avvocati – ha detto Lamberto Galletti, presidente dell’Ordine degli avvocati di Prato – nessuno ha interesse a ritardare, a portare in ritardo un lavoro di negoziazione che con sacrificio è riuscito a ottenere”. Galletti inoltre, pur condividendo la necessità di snellire e semplificare i processi, esprime qualche perplessità sulla possibilità, prevista dalla recente legge nazionale, che possa essere un ufficiale di stato civile a richiedere gli effetti di una separazione o di un divorzio: “Non sono questione semplici da dirimere – ha affermato – trovare un accordo che rispetti i diritti di entrambi i coniugi, in modo che non ci sia qualcuno che prevarica sull’altro, credo che sia un interesse delle parti ed è quello che fanno gli avvocati nel ricercare la tutela dei diritti”.
Infine, è importante sottolineare come questa legge (la 162 del 2014) non è il cosiddetto “divorzio breve”, attualmente in fase di studio in Parlamento, che prevede invece lo scioglimento del matrimonio dopo 12 mesi dalla separazione e dopo 6 in caso di separazione consensuale, invece degli attuali 3 anni. Secondo i giuristi cattolici questo nuovo istituto determinerebbe “una progressiva precarizzazione e destabilizzazione del matrimonio e quindi si muoverebbe nell’ottica opposta a quella della considerazione della famiglia come cellula fondante la stabilità della stessa società”.