Il carcere pratese è una struttura “complessa”, stretta tra “luci ed ombre”. A dirlo è il garante dei detenuti toscani Franco Corleone che oggi ha visitato il penitenziario di Prato. Secondo per capienza, spiega una nota, l’istituto conta 605 presenze per una capienza teorica di 700. Il sovraffollamento, secondo Corleone, interessa il reparto di alta sicurezza in cui sono presenti 67 detenuti, invece dei 48 previsti, e dove si contano “tre persone per cella, alcune delle quali con pene detentive lunghe”. Per il garante la complessità del carcere è data inoltre dalla presenza di collaboratori di giustizia e ‘sex offenders’ sistemati oltre la capienza ordinaria e per i quali la stessa struttura lamenta carenza di personale e mancanza di progetti specifici. “Ho già inviato una lettera all’assessore Luigi Marroni – ha detto – proprio per immaginare azioni di recupero per coloro che si sono macchiati di reati sessuali e che, in assenza di progetti specifici e abbandonati nelle celle, al termine della pena potrebbero essere nella stessa condizione e a rischio recidiva”. Inoltre la situazione igienico-sanitaria riscontrata, è “difficile” perché il carcere sorge in una zona umida e pertanto “l’umidità è notevole. Proprio oggi sono arrivati i nuovi materassi, ma le condizioni restano gravi. Mi aspetto che Asl e Comune facciano le verifiche del caso vista anche la triste abitudine di buttare gli scarti del cibo fuori dalle celle con il conseguente aumento della voracità e della presenza di topi”. Positivo invece che nel reparto di media sicurezza, sia applicata la procedura delle celle aperte per otto ore al giorno. Per Corleone “è un dato positivo” che si aggiunge alla presenza di una sede del polo universitario che però registra la presenza di sole sette persone a fronte delle 17 previste.
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