Addio a Luca Ronconi. Il grande regista teatrale è morto ieri sera a Milano, all’età di 81 anni. Grazie all’indimenticabile esperienza del “Laboratorio di progettazione teatrale” che fondò a Prato nel 1976 e diresse fino al 1979, Ronconi ha rivoluzionato il teatro italiano scrivendone una pagina fondamentale (leggi l’intervista nel sito ufficiale di Ronconi). La morte potrebbe essere stata causata da un virus che il maestro avrebbe contratto di recente e che avrebbe complicato la sua situazione di salute, già compromessa dalla dialisi. Proprio a Ronconi, in occasione del cinquantesimo anniversario della riapertura del teatro Metastasio, era stata affidata l’inaugurazione della nuova stagione. Nell’ottobre 2014 aveva portato così in scena “La Danza Macabra” di Strindberg (leggi l’articolo). Un mese dopo, di nuovo sul palco del Metastasio la sera del conferimento della cittadinanza onoraria il 15 novembre (leggi l’articolo), Ronconi aveva rievocato quegli anni e quel teatro: “Ecco come è nato il Laboratorio di progettazione teatrale di Prato”, raccontava, rievocando gli anni in cui il sindaco Landini e l’assessore Eliana Monarca gli affideranno il grande progetto destinato a rivoluzionare il teatro. Con lui Gae Aulenti, Vittorio Gregotti, Luigi Nono, Dacia Maraini, Umberto Eco. “Proviamo a immaginare insieme una proposta fattiva per questa città. Su quello che facevo – ricorda ancora – non tutti erano d’accordo. Era un sabotaggio dell’idea di facilità”.
“Lavoravamo con un desiderio e una necessità – così Ronconi parla del gruppo di quegli anni – quella di pensare il teatro come una forma di conoscenza di una o diverse realtà”
“La rappresentazione teatrale – Ronconi spiega la filosofia dietro il suo teatro – è un fascio di ipotesi”