“Abbiamo almeno sette o otto domande di persone disposte a venire a darci una mano in Tribunale da domani mattina, dipendenti di enti pubblici in esubero e che sarebbero ben contenti di venire. Ma non possiamo prenderli: hanno bisogno di essere autorizzate e il Ministero non si è ancora pronunciato. Intanto il Tribunale affoga e noi continuiamo a lavorare in trincea”. Lo ha detto il presidente del Tribunale di Prato, Nicola Pisano, ospite di un incontro con i soci di Pratofutura a cui era presente anche il presidente dell’Ordine degli avvocati, Lamberto Galletti. “Con dieci amministrativi potrei rimettere in piedi il Tribunale – ha aggiunto Pisano – d’altra parte il personale serve e non possiamo permetterci di rifiutare domande per problemi burocratici. C’è bisogno che la politica si faccia sentire per chiedere soluzioni straordinarie e tempi certi per una situazione straordinaria come è quella di questo territorio”. E proprio nei giorni in cui il ministro Madia ha annunciato la mobilità per oltre 1000 dipendenti della pubblica amministrazione che dovrebbero andare verso gli uffici giudiziari, i soci di Pratofutura sono intervenuti con decisione: “Siamo preoccupati che i ritardi della giustizia possano danneggiare le imprese solide e scoraggiare gli investimenti e questo il nostro territorio non può permetterselo”, ha dichiarato il presidente di Pratofutura, Maurizio Sarti. “C’è bisogno di certezze e di tempi rapidi e per questo come imprenditori e professionisti della città chiediamo alle autorità competenti di prendere in carico la questione senza ulteriori indugi, anche in considerazione che dall’art. 18 è stata esclusa la pubblica amministrazione, e facendosi valere là dove si possono ottenere risposte operative: ne va della credibilità di tutto il territorio”. Pisano ha sottolineato con grande preoccupazione la carenza di organico ormai ben nota nel nostro tribunale; snocciolando i numeri tra magistrati e amministrativi “che non rendono ragione della mole di lavoro di questa struttura, inspiegabilmente sottovalutata. Tutti conoscono l’emergenza in cui lavoriamo e chiedono di andare altrove. All’ultimo concorso per tre posti da amministrativo, nessuno ha presentato domanda”. D’altra parte, il presidente del Tribunale ha ammesso lui stesso di aver conosciuto a fondo Prato “solo dopo il trasferimento. E mi ha sorpreso per il suo grande dinamismo, l’apertura e la capacità di interrelazione tra le varie componenti, che va oltre il mondo imprenditoriale. Al confronto con Firenze, che conosco meglio, Prato mi sembra più disposta ad ascoltare e a mettere insieme le proprie forze e competenze”.
I numeri – Il Tribunale di Prato ha uno stock di oltre 12mila cause civili e circa 4500 nel settore penale cui occorre far fronte con le esigue forze a disposizione. Inoltre, ci sono 750 procedure fallimentari aperte: numeri che fanno dire a Pisano che Prato “non è una città normale” se si raffrontano le risorse di giustizia con la specificità del territorio. Sulla carta Prato ha 64 amministrativi in organico, che si riducono poi nella pratica a 47 (mentre sempre in organico sono 109 a Lucca e oltre 90 a Pisa, tribunali che Pisano conosce molto bene per averci a lungo lavorato); 20 i giudici in organico, che di fatto ad oggi si riducono a 16 effettivi (mentre a Lucca l’organico ne prevede 28, per continuare il confronto). Una carenza strutturale annosa “di cui non si riesce a capire il motivo”, a cui si sommano – se già l’organico non fosse abbastanza sottodimensionato – le “scoperture” che rendono il tribunale di Prato “un posto in cui lavoriamo come in trincea”.
Pratofutura – Pratofutura è una associazione nata nel 1983 come “think tank” all’interno del distretto industriale pratese. Fondata da imprenditori tessili, negli anni si è aperta ai diversi professionisti del territorio e oggi rappresenta, nella sua compagine societaria, uno spaccato significativo del tessuto economico sociale e produttivo della città. Scopo dell’associazione Pratofutura è la promozione di iniziative per progettare soluzioni operative ai maggiori problemi con i quali la vita sociale ed economica dell’area pratese si dovrà confrontare in futuro, a medio e lungo termine.