23 Gennaio 2015

Settecento pratesi alla fiaccolata per i cristiani perseguitati nel mondo FOTO


Più di settecento pratesi, sfidando il vento di tramontana, hanno preso parte questa sera alla fiaccolata silenziosa promossa dalla Diocesi e dal Comune di Prato in solidarietà con i cristiani perseguitati nel mondo. Erano state acquistate 250 fiaccole, ma si sono esaurite immediatamente. Tanta gente comune, sacerdoti, suore, i ragazzi dell’Oratorio di Sant’Anna e gli scout, dietro allo striscione con lo slogan di Papa Francesco per la Giornata mondiale della pace: “Non più schiavi ma fratelli”. Alla testa del corteo il Vescovo Franco Agostinelli, il sindaco Matteo Biffoni con la fascia tricolore, la Giunta comunale quasi al completo; presente anche il Gonfalone del Comune di Vernio.

La manifestazione era stata indetta il 26 dicembre, solennità di Santo Stefano, patrono della Diocesi e della Città di Prato, primo martire cristiano, dal Vescovo Agostinelli che, nell’occasione, chiese una mobilitazione in favore dei “nostri fratelli e sorelle in umanità e nella fede, impediti – disse – di essere se stessi, di esprimere il proprio credo, minacciati di continuo e spesso eliminati brutalmente”. Il sindaco aveva aderito immediatamente all’appello.
In piazza del Comune sono risuonati i numeri dei cristiani morti nel mondo in seguito alle persecuzioni, aumentati vertiginosamente negli ultimi due anni. Prima di sfilare, i partecipanti hanno sentito, nell’introduzione, risuonare le parole di forte denuncia del Patriarca copto ortodosso Tawadros II “I gruppi estremisti, che con le loro offensive su larga scala stanno stravolgendo gli scenari geopolitici mediorientali, sono anche un prodotto di strategie sbagliate perseguite in Occidente”.
Il corteo ha poi fatto tappa in piazza Santa Maria delle Carceri: suggestiva la scenografia creata dai ragazzi di Sant’Anna, tutti sulla scalinata del Castello dell’Imperatore issando ognuno un cartello con il nome dei paesi dove avvengono le persecuzioni contro i cristiani. E quella geografia del dolore è risuonata, ai piedi dell’antica fortezza, anche a parole, ricordando pure il dramma più recente, quello delle chiese distrutte in Niger nei giorni scorsi.
La fiaccolata si è conclusa in piazza duomo. Sul sagrato della cattedrale ha preso per primo la parola il frate minore Oscar Marzo, della Custodia di Terrasanta, che ha come rappresentato il dramma di migliaia di persone associate alla passione e alla Croce di Cristo.
Poi il sindaco Matteo Biffoni, che ha ringraziato pubblicamente il Vescovo per avere voluto lanciare questa iniziativa. “Fa impressione vedere – ha detto riferendosi ai ragazzi con i cartelli – qui davanti i nomi di così tanti paesi teatro di drammi che credevamo ormai superati. Non possiamo – ha proseguito – permetterci di girare la testa da un’altra parte, non lo possiamo in nome della nostra Costituzione, scordando tragedie con numeri che fanno impressione”. Per Biffoni “dà orgoglio una comunità che sia è mossa per tragedie che rischiamo di sentire lontane. Noi – ha concluso – non ci stiamo! No alla violenza, alla discriminazione, alla negazione dei più elementari diritti umani. Anche da una serata come questa passa la nostra idea per un mondo migliore”.
Infine il Vescovo Agostinelli: «“Senza se e senza ma” prendiamo le distanze – ha detto il presule – da ogni ideologia che giustifichi la follia omicida con le sue azioni orripilanti di fanatici comunque si chiamino: la violenza è sempre sbagliata”. Agostinelli ha ricordato come “la debolezza dell’Agnello immolato ha vinto il mondo; il silenzio di quel Figlio dell’Uomo crocifisso parla più che mai a tutti”. E, scandendo con forza, ha proseguito: “Non approveremo mai l’uccisione in nome di Dio! E nello stesso tempo invochiamo una laicità ed una libertà mai irrispettosa, irriverente e irridente la fede negli altri”.
Nelle parole del Vescovo anche una forte denuncia dell’export italiano di armi, “aumentato in cinque anni del 14,7%”: “Siamo in crisi su tutto – ha sottolineato – ma non su questo. È vero progresso? Infine l’apertura alla speranza, con un riferimento diretto anche alla città di Prato: “Caro amico musulmano, caro amico cristiano, caro fratello e sorella: con rispetto critico dico che stiamo imparando a convivere, ad uscirne insieme, senza omologarci reciprocamente in sloga di dubbia oggettività”.
Alla manifestazione hanno preso parte anche il Pastore della Chiesa Apostolica Italiana Mario Affuso e alcuni sacerdoti ortodossi.
Al termine in tanti sono entrati in cattedrale per una preghiera silenziosa.

(Foto di Saverio Langianni)