8 Gennaio 2015

Maxi attesa per un posto letto: 87enne con broncopolmonite costretta ad aspettare 24 ore al pronto soccorso


Un’anziana di 87 anni affetta da broncopolmonite acuta costretta ad attendere 24 ore al pronto soccorso, prima di essere ricoverata. È il caso limite, l’ennesimo, che testimonia la carenza di posti letto al nuovo ospedale di Prato. Il fatto è accaduto il giorno dell’Epifania, quando si è registrato un picco di accessi al pronto soccorso. A raccontare l’episodio è il figlio della donna: “Mia madre era malata da una settimana, poi il giorno dell’Epifania si è aggravata e ho chiamato il 118. Al pronto soccorso è stata messa su un lettino in una stanza, stava molto male e ha perso conoscenza, le hanno attaccato l’ossigeno-terapia e le facevano le flebo. I dottori mi dicevano che era grave ma che non c’erano posti letto e ci sarebbe stato da aspettare fino all’indomani sera. In effetti è stata ricoverata soltanto dopo quasi 24 ore”.

Una volta ripresa conoscenza, sempre al pronto soccorso, per l’87enne c’è stata un’altra brutta sorpresa. “All’ora di pranzo mia madre aveva fame e ha chiesto una minestrina, ma ci hanno detto che non era possibile somministrare pasti caldi. Ci hanno proposto panini con prosciutto e yoghurt, che mia madre non mangia e in fin dei conti siamo in un ospedale, mica a fare un pic nic! Alla fine gentilmente un’infermiera ci ha portato the e fette biscottate, ma per avere un pasto caldo mia madre ha dovuto attendere la sera quando per fortuna è stata ricoverata”.

A descrivere la situazione che si è creata ieri è la figlia di un’altra anziana che ha avuto bisogno di recarsi al pronto soccorso dopo aver accusato pressione altissima e palpitazioni. “Mia madre è stata messa su un lettino in una stanza del pronto soccorso assieme ad altre pazienti anziane. È stata più fortunata di altre perchè è arrivata in ospedale ieri alle 10,30 ed è stata ricoverata sette ore dopo. Una dottoressa ci ha detto che si stavano riorganizzando per assicurare un letto a tutti i pazienti, ma c’erano 40 persone in attesa. E di certo quella non è la situazione migliore per evitare che in caso di influenza virale ci siano dei contagi, soprattutto fra anziani. I medici e gli infermieri sono stati molto gentili e disponibili ma è evidente che il problema non dipende da loro: sono stati spesi tanti soldi per un ospedale dove mancano i posti letto”.
Altro problema segnalato è l’assenza di campo per i cellulari. “Appena si entra in ospedale, sparisce il segnale e non è possibile comunicare con i propri famliari ricoverati” spiega la figlia dell’anziana.

Dario Zona

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