15 Gennaio 2015

Ingegnere pratese inventa una App per insegnare a parlare alla figlia disabile


Un linguaggio innovativo offerto in una modalità decisamente moderna. Il nome tecnico è AAC, acronimo inglese per «Comunicazione aumentativa alternativa», ed è il sistema di linguaggio usato per comunicare dai bambini con difficoltà linguistiche, sviluppato a misura delle loro competenze ed esigenze. Fino a ieri, usarlo comportava armarsi di molte schede stampate su carta, con tante immagini e simboli corrispondenti ad altrettante parole e verbi, ma anche aggettivi, che il bambino indicava e grazie a cui componeva la frase.
Oggi quelle stesse immagini e simboli sono disponibili su tablet e smartphone, grazie ad una applicazione, sviluppata da un ingegnere pratese, che consente di incrementare, potenzialmente all’infinito, la gamma di immagini e quindi in grado di arricchire allo stesso modo anche l’espressività di bambini e ragazzi che ne fanno uso.
«Tutto è nato perché mia figlia, che ha una difficoltà linguistica, continuava senza sosta a chiedere nuove tessere per poter esprimere quello che aveva in mente», racconta Andrea Colzi, ingegnere e sviluppatore che ha realizzato l’applicazione AAC Talking Tabs. «Ad un certo punto, la gestione pratica diventava complessa, perché viaggiavamo con questi grandi raccoglitori plastificati A4 che non bastavano più. Allora, visto che per i ragazzi di questa generazione smartphone e tablet sono oggetti familiari, ho cercato di capire se esisteva qualcosa in digitale che potesse fare al caso nostro». Ma, cercando tra le applicazioni disponibili (da allora è passato qualche anno) non c’era niente che gli sembrasse adeguato.
«Così ho messo a frutto la mia esperienza di sviluppatore: basandomi sul sistema che la logopedista aveva creato su misura per mia figlia, ho messo a punto una applicazione che si fondasse sullo stesso sistema». In pratica, tante schede divise in sezioni con simboli organizzati in aree – persone, emozioni, aggettivi – equivalenti a quelle cartacee ma, appunto, predisposte per l’utilizzo in digitale su un tablet. Il bambino sfoglia le schede e quando preme il simbolo, l’applicazione è in grado anche di «pronunciare» la parola corrispondente. «Così si formano intere frasi, anche complesse – spiega ancora Andrea – compresa la coniugazione dei verbi. E i simboli sono conosciuti dal bambino, che riesce a utilizzarli come fossero di carta».
Inoltre è disponibile anche una libreria digitale, «da cui si possono caricare – precisa Andrea – fino a 9mila simboli, tutti gratuiti». Fino ad oggi, l’applicazione è disponibile in tutti gli store Android; ne sono state scaricate già 13mila: segno che davvero era una intuizione di cui si aveva bisogno. E per devices Apple? «Ci sono delle limitazioni che rendono più difficoltoso lo sviluppo dell’applicazione per Apple» spiega Andrea, che però non esclude uno sviluppo futuro anche in quel senso. Nel frattempo, ha progettato anche nuove versioni della sua App, «nell’ultima ho inserito la possibilità di scrivere libri e un raccontafiabe per bambini, tipo Cappuccetto rosso: man mano che la storia va avanti compaiono i simboli relativi. L’idea è creare una libreria, con testi magari anche utilizzabili per la didattica».

L’applicazione AAC Talking Tabs sviluppata da Andrea Colzi sarà protagonista domani, venerdì 16 gennaio, nel corso di un incontro presso l’associazione Modi di Dire onlus, in via Casella 82 a Prato. L’appuntamento è alle 18: Andrea Colzi illustrerà il funzionamento dell’applicazione che consente a un qualsiasi tablet o smartphone, con sistema operativo Android, di diventare un comunicatore CAA (comunicazione aumentativa alternativa) e uno story teller. Nel corso dell’incontro, Evaristo Ricci dell’associazione «Modi di dire» parlerà di «una proposta alternativa… progetto fondazione».

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