16 Gennaio 2015

I-Tunes del colore, il progetto della Beste non ammesso al bando della Regione. L’amarezza dell’imprenditore: “Ha vinto la burocrazia”


Un progetto per realizzare “l’-Tunes del colore” in campo tessile, con tre assunzioni previste e un investimento di 1,5 milioni in cinque anni anni stoppato perchè l’azienda proponente, la Beste di Cantagallo non è stata ammessa dalla Regione ai contributi nel campo della ricerca e sviluppo. Motivo? “Ci siamo sentiti dire che non siamo un’azienda dinamica, perchè il fatturato non è cresciuto rispetto a 5 anni fa – spiega Giovanni Santi, titolare dell’azienda -. Eppure diamo lavoro a 135 persone e si trattava di un progetto davvero innovativo, che grazie a lettori ottici e software sofisticati avrebbe permesso di identificare i colori in maniera inequivocabile, attraverso valori numerici anziché mediante i campioni di tessuto. Adesso dovremo decidere se portare avanti il progetto – che prevede tre anni di sviluppo e due anni di test – con le nostre forze, ma certo amareggia sapere che questi sono i criteri burocratici con cui veniamo valutati”.

Una storia, quella raccontata da Santi, che testimonia la distanza tra burocrazia e mondo dell’impresa. Proprio con l’obiettivo di colmare questa distanza, si è tenuto oggi a Cantagallo, nello stabilimento della Beste, un incontro dell’europarlamentare del Pd Nicola Danti, che nell’ambito del progetto “Pensare europei” sta visitando le realtà produttive dell’Italia centrale per illustrare ad imprenditori ed amministratori locali le opportunità offerte dall’Unione europea. Danti, che ha realizzato una guida ai finanziamenti europei per il periodo 2014-2020 e cura una newsletter dedicata a questi temi, ha rivendicato l’azione del Governo Renzi nel semestre di presidenza Ue appena terminato e ha poi parlato di due temi cari agli industriali: accordo commerciale con gli Stati Uniti, il cui negoziato è alle battute conclusive e la tutela del made in. “Sul made in purtoppo l’Italia ha una posizione di minoranza nel Consiglio – ha premesso Danti -. C’è una proposta di direttiva, di cui sono promotore, che riguarda la creazione della denominazione di origine protetta in campo non alimentare. È un modo per estendere la tutela ai prodotti dell’industria e dell’artigianato che abbiano rilevanza dal punto di vista storico, culturale e di radicamento in un territorio. Può essere una forma di tutela per le produzioni italiane di nicchia e spero che questa iniziativa dia risultati nel giro di due o tre anni”.

Tra gli interventi degli imprenditori, unanime la richiesta di semplificazione burocratica per l’accesso ai fondi europei. Riccardo Matteini (Gruppo Colle) ha evidenziato il problema della  mancanza di reciprocità sui mercati esteri, sia sulla certificazione dei prodotti chimici (normativa Reach), sia per quanto riguarda le nuove frontiere dell’e-commerce. “Il mercato si sta spostando su questo canale, ma l’e-commerce europea ha grossissimi problemi a penetrare in Cina a causa dei  vincoli tecnologici e amministrativi posti da governo cinese. Problemi, legati a difficoltà tecniche, esistono anche con la Russia” ha evidenziato Matteini.

Altra criticità segnalata dal sindaco di Cantagallo Guglielmo Bongiorno è il problema dell’accesso ai fondi europei da parte dei piccoli comuni, chiamati a cofinanziare le opere – ad esempio per il ripristino delle frane e la difesa del suolo – e a fare i conti con i problemi di bilancio e i vincoli del patto di stabilità.

Dario Zona