«Casa Francesco», dove i padri separati potranno riabbracciare i loro figli
Una casa per i padri separati, dove poter incontrare i propri figli. È «Casa Francesco», la prima residenza in Toscana in cui i genitori con difficoltà economiche e abitative potranno alloggiare e vivere la quotidianità con i loro bambini, dal consumare un pasto insieme a vedere un film in tv. L’esigenza di un progetto di questo tipo – promosso dalla parrocchia di Santa Maria delle Carceri e da «Insieme per la famiglia», associazione nata in seno alla Caritas diocesana, e dall’oratorio di Sant’Anna – nasce dalla difficoltà per molti padri separati e divorziati di poter avere un luogo tranquillo e discreto (che «sappia di casa», per intendersi) in cui incontrare i loro bambini, di tutte le età.
La «Casa», che si trova centro storico in via Pallacorda ed è inserita all’interno dell’oratorio cittadino di Sant’Anna, è stata inaugurata questa mattina alla presenza del vescovo di Prato mons. Franco Agostinelli e dei soggetti promotori. Presenti anche il vice sindaco Simone Faggi, gli assessori Luigi Biancalani, Monia Faltoni, la presidente del Consiglio comunale Ilaria Santi e numerosi consiglieri.
«È una risposta immediata a un bisogno urgente – ha detto mons. Franco Agostinelli – di fronte a tante richieste di padri in difficoltà come Chiesa non potevamo rimanere indifferenti. Anche attraverso opere segno come questa intendiamo dare il nostro contributo per la salvaguardia della famiglia nella sua integrità.
«Quella che abbiamo approntato – ha spiegato mons. Carlo Stancari, parroco della basilica di Santa Maria delle Carceri – è la risposta a uno dei nuovi bisogni di questa società e, insieme, un impegno di responsabilità civile che dobbiamo portare avanti con carità efficiente».
«Deve essere chiaro che non si tratta di una casa per l’emergenza abitativa – ha sottolineato Idalia Venco, responsabile dell’associazione Insieme per la famiglia – ma per i papà che non hanno soldi per l’affitto e quindi sono costretti a passare del tempo con i propri figli in luoghi impersonali, come i centri commerciali».
Il progetto. Il bisogno di un servizio di questo tipo è stato intercettato dalla Caritas attraverso i propri Centro d’ascolto presenti nelle parrocchie pratesi. «Sempre più spesso capita di parlare con padri più o meno giovani che hanno alle spalle una separazione e si trovano gravemente appesantiti da tale situazione», dicono alla Caritas. Con «Casa Francesco», intitolata al Santo di Assisi e a Papa Bergoglio, si vuole garantire una serena prosecuzione del ruolo genitoriale, mettere a disposizione un luogo dove sia possibile cercare di recuperare la dignità di padre, fortemente consumata dopo l’allontanamento dal tetto coniugale a causa delle ingenti spese di mantenimento dell’ex coniuge e dei minori, questioni economiche spesso terreno di contrasto fra genitori e fonte di gravi ripercussioni nelle relazioni anche con i figli.
Sebbene questa iniziativa non rappresenti una soluzione al problema complessivo, sicuramente è un segno di prossimità ed incoraggiamento per uomini che ancora hanno delle potenzialità e che hanno tutto il diritto di metterle a frutto, per il proprio bene e per quello che resta della loro famiglia, nella speranza di poter recuperare i rapporti e di imparare a gestire la durezza, che pur rimane, di una separazione.
La struttura. La casa, situata in via Pallacorda 1, è dotata di un salotto, una lavanderia e un vano cucina utilizzabile da quattro persone contemporaneamente: infatti sono stati incassati a scomparsa altrettanti fornelli, acquai e tutto l’occorrente per preparare i pasti. Per quel che riguarda le camere, sono quattro – una per padre – e tutte hanno un bagno personale. La particolarità è che ogni letto ha un ulteriore materasso al suo interno, nella parte inferiore, così che i bambini possano, in caso di necessità, dormire assieme al padre. Inoltre, in ogni camera c’è una tv, per le serate-film e cartoni animati assieme ai bimbi, in tutta tranquillità e intimità.
Come accedere al servizio. La Caritas diocesana, attraverso i centri di ascolto di via del Seminario e quelli parrocchiali, le altre realtà di volontariato che si occupano di sostegno alla persona, e l’ordine professionale degli avvocati, che potranno segnalare le persone da loro seguite, presenteranno le domande di inserimento all’interno della casa, in attesa della valutazione da parte di «Insieme per la Famiglia».
I padri potranno pernottare nella «Casa Francesco» per sei mesi, rinnovabili per un massimo di altri sei. Per il soggiorno gli utenti non dovranno pagare alcun canone di affitto ma solo contribuire al pagamento delle utenze domestiche e provvedere all’acquisto degli alimenti.
Importante la stretta sintonia che si verrà a creare tra la casa per i padri separati e l’oratorio cittadino di Sant’Anna, in una logica educativa e formativa non solo per i bambini – che parteciperanno alle attività oratoriali – ma anche per i genitori.
Il costo. La Diocesi ha messo a disposizione i locali per la «Casa», finanziata con i fondi Cei dell’8 x mille (15mila euro), con quelli del Cesvot (17.567) e con il contributo della Caritas di Prato (12mila). Altre donazioni sono arrivate da Lions Club Prato Centro, dal Rotary, dall’associazione don Renato Chiodaroli e da alcuni privati. Costo totale del progetto 50mila euro. Due professionisti, l’architetto Luigi Scrima e la geometra Giovanna Becherucci, hanno messo gratuitamente a disposizione le loro competenze.
Il Bici park. Un’altra iniziativa partirà in contemporanea alla «Casa», è il Bici park (con ingresso da viale Piave), direttamente gestito da Insieme per la Famiglia, dove le persone che viaggiano in centro con la bicicletta potranno usufruire di un parcheggio custodito, oltre ad un’officina per la riparazione e manutenzione dei piccoli mezzi di trasporto. Questo servizio è collegato ai percorsi sugli stili di vita portati avanti già da qualche anno dall’associazione nelle scuole, nelle parrocchie ed in collaborazione con i servizi sociali nelle circoscrizioni; in questo modo si cercherà di stimolare, mediante la creazione del parcheggio custodito, l’utilizzo della bicicletta per gli spostamenti, al fine di favorire una più alta sostenibilità dei trasporti ed una migliore qualità della vita nel centro della città.
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