24 Gennaio 2015

“A Sanremo come fosse una mostra d’arte”: la pratese Amara si prepara al debutto


Voglio vivere di stupore e meraviglia. Non voglio andare a Sanremo da guerriera in combattimento ma come fosse una mostra d’arte”. Così la cantante pratese Amara, vero nome di Erika Mineo, ha commentato l’avvicinarsi del momento di salire sul palco dell’Ariston. Dopo aver vinto per 4 volte Area Sanremo senza però riuscire a salire sul palco dell’Ariston, ha finalmente raggiunto il suo obiettivo e sarà tra le otto Nuove Proposte con il brano Credo, inserito nell’album Donna Libera, in uscita nella settimana sanremese (10-14 febbraio). Un nome d’arte duro, scelto “dopo che ho imparato a convivere con la parte amara di me. L’amarezza, la tristezza non vanno ignorate, ma accettate e vestite. Ora quello è diventato il mio punto di forza”, dice fiera in un’intervista all’ANSA. Ma l’amara Erika è una donna di 30 anni che ormai è in pace, ha fatto i conti con se stessa, passando per un percorso intimistico, spirituale che ha toccato il buddismo per arrivare a una religione più universale, che le dona un’aura luminosa. “Quella che spero si veda al Festival. Sono molto serena e voglio affrontare questa esperienza come una bambina. Voglio vivere di stupore e meraviglia. Preferisco pensare a Sanremo come una mostra d’arte con opere da contemplare, piuttosto che come una gara dove devo sentirmi una guerriera. A un sorriso risponde sempre un altro sorriso”. Al Festival, però, ha paura di incontrare “il pregiudizio, quello che ogni tanto c’è sui giovani” anche se spera di finire “nel bagaglio degli artisti che rimangono impressi, perché al di là della gara l’importante è fuori”. Ma non è tipo da illusioni. “Non più. La prima volta che ho avuto aspettative è stato quando ho partecipato ad Amici 5 – racconta ancora -. Avevo cominciato a ‘gattonare’ nel mondo della musica come interprete, fui scelta, entrai al serale. Ma poi mi cominciai a rendere conto che non ero io, le logiche del programma tv mi facevano rispondere in maniera diversa da quella che ero. E’ rimasta un’esperienza fine a se stessa. Ma la rifarei per capire che quella non è la mia strada”. Qualche sogno nel cassetto però lo ha anche lei, nel frattempo diventata cantautrice: “Come ogni rocker, se potessi vorrei esibirmi a San Siro. E mi garberebbe collaborare con Fossati, duettare con Jovanotti in un pezzo scritto insieme, e vorrei che Mima guardasse Sanremo in quei 4 minuti che ci sono io. E poi, perché no, anche Tina Turner, in cui mi riconoscevo da bambina”. Tra i suoi colleghi-avversari stima Giovanni Caccamo, che l’ha descritta come un mix tra Giuni Russo e Mia Martini. “Che meraviglia – si stupisce -. Ho ascoltato Mia tantissimo. Credo che dentro di me ci sia molto di lei. Sarebbe bello essere la Mia Martini del tremila”. Credo sarà inserito nell’album di debutto Donna Libera, in uscita nella settimana sanremese, prima di prendere poi la strada anche del live in primavera. “L’album vive da 5 anni. E’ senza censure, senza classificazioni. Ogni pezzo avrà una sua parte letteraria, musicale ed emotiva. E’ pienissimo di me”.