A Baciacavallo arriva il nuovo termovalorizzatore e a breve la gestione unica dell’acquedotto industriale
A Baciacavallo arriva il nuovo termovalorizzatore. E’ stata presentata proprio questa mattina in Regione la VIA (valutazione di impatto ambientale), il primo dei due passaggi burocratici (il secondo è l’Aia, autorizzazione integrata ambiente) che in sei mesi ciascuno porteranno all’inizio dei lavori, stimato per metà del 2016. Il nuovo termovalorizzatore (nella foto un rendering), che sostituirà l’attuale impianto di trattamento dei fanghi di depurazione, assicurerà maggiore efficienza e soprattutto recupero di energia. Un tema non di poco conto per una società, Gida, che consuma annualmente quanto una piccola comunità di circa 12mila famiglie, “la prima azienda per consumi a Prato. Grazie alla combustione dei fanghi, l’impianto produrrà energia pari al consumo di circa 780 famiglie”, spiega il presidente di Gida, Gabriele Mammoli. “I fanghi da rifiuto diventeranno fonte di energia e questo consentirà al’impianto di produrre il necessario per autoalimentarsi. Non solo: l’emissione di anidride carbonica si abbatterà del 25%, e l’emissione di diossina sarà 140 volte inferiore rispetto al limite di legge, come del resto è già oggi. E le ceneri dei fanghi verranno riutilizzati in edilizia”. In totale l’investimento per l’impianto, che nascerà vicino a dove oggi si trova l’altro e che tratterà esclusivamente i fanghi prodotti dai cinque impianti di Gida, è di circa 18 milioni di euro, finanziati in parte dalla Regione secondo un accordo di programma, in parte da Gida stessa. “Per il progetto ci siamo ispirati a esempi attivi in Europa”, spiega il direttore generale della Gida, Simone Ferretti. “In particolare in Svizzera, Francia e Germania, che sono all’avanguardia in questo campo”. Impianti simili a quello che sorgerà a Baciacavallo sono tuttora attivi a Le Havre e a Friburgo, per fare qualche esempio, “salvo specificare – precisa Ferretti – che ciascun impianto poi deve adattarsi alle diverse caratteristiche, competenze e funzioni delle zone in cui viene installato. Il nostro, tecnicamente, è un termovalorizzatore a letto fluido con recupero energetico”.
I cattivi odori – Il termovalorizzatore è il più consistente del piano quinquennale di investimenti da 30 milioni di euro che Gida ha appena iniziato, guardando all’ambiente e al dialogo coi cittadini. Conscia che il territorio in cui ha sede l’impianto di Baciacavallo – il più grande dei cinque gestiti da Gida – si trova in territorio ormai molto più urbanizzato di quando vi si insediò, nel 1981, uno dei temi su cui Gida lavora è proprio quello della riduzione dei cattivi odori. “Innanzi tutto i cattivi odori non provengono dal trattamento dei fanghi e soprattutto non sono sinonimo di sostanze dannose per la salute – sottolinea Mammoli – e questo ce lo confermano analisi effettuate dall’università di Firenze e da quella di Pavia, con cui abbiamo siglato sin dal 2013 un accordo che consente un abbattimento delle emissioni degli odori stessi, che provengono dalle acque reflue. “Abbiamo mappato le zone di emissione dei cattivi odori e stiamo provvedendo per limitarli, per ora con l’utilizzo di manufatti che catturano gli odori a bordo delle vasche, e poi con la copertura delle vasche stesse, ma non prima del 2017. Avvieremo anche iniziative sperimentali come la fitodepurazione”. Su questo tema, come su altri, Gida ha previsto sul sito una serie di domande frequenti rivolte a chiarire i principali dubbi dei cittadini, nell’ottica di una maggiore trasparenza.
L’acquedotto, una gestione unica – Il recente accordo con Conser e Idra, che finora ha gestito 15 km di acquedotto industriale della città (gli altri 60 km, di proprietà di Consiag, erano già gestiti da Gida), porteranno a breve la società di via Baciacavallo alla gestione della totalità dell’acquedotto industriale del distretto di Prato: 75 km di rete totali, per fornire a 210 imprese del distretto acqua esclusivamente di riuso, circa 4milioni e mezzo di metri cubi. “In questo modo – sottoliena Ferretti – l’acqua di falda, potabilizzabile, viene preservata”.
Riduzione di consumi – Con i suoi 30gigawatt annui, Gida è il principale utilizzatore di energia elettrica del territorio. Nel 2013 ha acquisito la certificazione ISO14001/Regolamento Emas, che attesta l’attenzione per l’impatto ambientale dell’attività e l’adozione di soluzioni gestionali più efficaci e sostenibili. Oltre al nuovo impianto di termovalorizzazione, che sarà in grado di autoalimentarsi, ci sarà la sostituzione delle attuali lampade con dei led.
I numeri di Gida – Costituita nel 1981, Gida è partecipata per il 46,9% dal Comune di Prato, per il 45% dall’Unione industriale pratese e per l’8% dal Consiag.Nel settore della depurazione delle acque di scarico Gida, negli impianti di Baciacavallo, Calice, Vaiano e Vernio, tratta 45 milioni di metri cubi di acque di scarico, cui si aggiungono, solo nell’impianto del Calice, 300mila tonnellate di rifiuti liquidi. Nel settore del recupero e riutilizzo delle acque reflue, Gida gestisce la rete dell’acquedotto industriale, lunga 75 km (60 già in essere e 15 di imminente acquisizione); la captazione delle acque superficiali del Bisenzio, la restituzione delle acque ozonizzate al fiume bisenzio. L’acquedotto industriale eroga in totale 4,5milioni di metri cubi all’anno di acqua a 210 aziende.
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