È morto Vinicio Becchi, uno degli ultimi componenti della Brigata Bogardo Buricchi, noto per essere sopravvissuto all’eccidio di Figline, quando 70 anni fa, il 6 settembre del 1944, i tedeschi impiccarono ventinove giovani partigiani.
Becchi, 92 anni, è scomparso ieri mattina. A darne notizia è l’Anpi di Prato. Quel giorno di settembre del ’44 il giovane Vinicio fu catturato insieme ai suoi compagni dopo un conflitto a fuoco nella zona di Pacciana. La Brigata Buricchi fu sorpresa da una unità della Wehrmacht che si stava dirigendo in ritirata verso l’Emilia. Becchi riuscì a salvarsi perchè rimase ferito ad una gamba nello scontro, a fatica si trascinò fino alle Lastre dove fu soccorso in una casa di contadini e da lì fu trasportato in ospedale. Tutti gli altri partigiani furono catturati e portati a Figline per essere impiccati senza pietà alle travi di un porticato.
Becchi era originario proprio di Figline e insieme al fratello Mario ha sempre vissuto a due passi dal luogo dell’eccidio. Il vecchio partigiano ha sempre raccontato quei tragici fatti rimasti impressi nella sua memoria affinché non si cancellasse il ricordo di quei ragazzi.
In occasione del 70esimo anniversario dell’eccidio, Tv Prato ha realizzato una intervista a Vinicio Becchi e alla cognata Lina Michelacci, moglie del fratello Mario. Entrambi sono testimoni diretti di quanto avvenne quel giorno.
“A Pacciana ci fu l’attacco, i tedeschi ci aspettavano – ha detto Vinicio Becchi ai nostri microfoni – sapevano che noi saremmo passati di lì scendendo dal Monte Javello per partecipare alla Liberazione di Prato”. “Ci fu una spiata”, aggiunse Lina Michelacci, confermando le voci che in questi 70 anni si sono rincorse in città ma che ancora oggi non hanno trovato una risposta su chi fu a mandare incontro alla morte i partigiani avvertendo le truppe tedesche.
Commenti