20 Novembre 2014

Csn verso la fusione con il Museo di scienze planetarie. E spunta l’ipotesi di una sede unica nel parco di Galceti


“Metteremo a un tavolo i soci e studieremo le soluzioni. In parallelo daremo un taglio alle poltrone dei direttori”. L’assessore Filippo Alessi: “Il centro non è uno zoo. Necessario razionalizzare le spese e migliorare la gestione complessiva”
“Vogliamo rivitalizzare il centro dal punto di vista scientifico e studiare la soluzione migliore per procedere alla fusione con il Museo di scienze planetarie. Solo così potremo dar vita a una sorta di unico, grande polo di interesse regionale e nazionale, capace di attrarre investimenti di privati e risorse europee”. L’annuncio arriva dal neo presidente della Fondazione Centro di scienze naturali Marco Morelli che, questa mattina in Palazzo comunale, è stato presentato ufficialmente alla stampa dall’assessore all’Ambiente Filippo Alessi.
Morelli, 41 anni, è laureato in Scienze geologiche e ha un dottorato in Scienze della Terra. Ideatore del Museo di scienze planetarie, ne è direttore dal 2012. Manterrà entrambi gli incarichi non sussistendo incompatibilità.
“La nostra intenzione è quella di mettere in collegamento il Csn e il Museo di scienze planetarie, due realtà fondamentali per l’attività scientifica della città – ha spiegato l’assessore Filippo Alessi -. Vogliamo che il Csn acquisti una sua autorevolezza scientifica: il centro non è uno zoo e ha numerose specificità che debbono essere valorizzate in modo nuovo, fornendo servizi di alto livello ma razionalizzando le spese e migliorando la gestione complessiva. Questo ci consentirà di lavorare sui fondi europei oltre che con le università italiane e straniere. Il centro deve andare oltre la dimensione locale e rivolgersi a una platea più vasta”.
Nel Consiglio di amministrazione sono stati nominati Leonardo Petri, funzionario della Provincia di Prato, Letizia Orti, geologa dell’Università di Firenze, Stefano Vaiani, rappresentante dell’associazione dei volontari Csn e Pietro Lofaro, ex consigliere della circoscrizione Prato Nord. “Un Cda che può dare molto a questa struttura – ha sottolineato Marco Morelli -. Ringrazio Pamela Bicchi per il lavoro svolto in questi anni. Questa nomina è un’opportunità importante per dare una svolta al Csn e per creare una struttura innovativa che faccia tesoro di ciò che è stato fatto in passato, ma che guardi avanti. E’ una struttura unica nel suo genere: partiremo, quindi, rivitalizzando questa realtà e procedendo ad analizzare tempi e modi per una unione con il Museo di scienze planetarie e con la Rete sismica. La parola chiave è fare rete”.
Attualmente il Museo di scienze planetarie e la Rete sismica (gestiti dalla Fondazione Prato Ricerche che vede al proprio interno una compagine societaria composta da Provincia di Prato, Fondazione Pro Verbo e Università degli studi di Firenze) registrano, in media, circa 10mila accessi all’anno. Anche il Csn (gestito dall’omonima Fondazione, del Comune di Prato) si attesta, in termini di afflussi, sulle 10mila presenze annuali. “Si parla, quindi, di numeri consistenti che con la fusione potrebbero crescere ancora – ha fatto notare il presidente Morelli -. Dopo, ma questa è una previsione pluriennale, penseremo a un progetto per l’eventuale nuova sede. Il nuovo polo potrebbe essere concentrato tutto in Galceti con una ricaduta positiva per quella parte della città”.
In termini di revisione della spesa, Morelli ha poi comunicato la volontà di “tagliare le poltrone”, riducendo il numero dei direttori ma salvaguardando i posti di lavoro, 11 tra Csn e Museo di scienze planetarie. “Non è possibile che sopra i dipendenti ci siano altrettante figure dirigenziali. In un momento come questo dobbiamo spendere meglio e ottimizzare la gestione dei fondi che ci vengono assegnati”. Tra i programmi in sospeso, infine, anche la possibilità per il Csn di riappropriarsi dell’identità di centro per il recupero della fauna selvatica: una struttura in grado di accogliere per breve tempo gli animali e di favorire il ripristino della funzionalità delle specie prima della reintroduzione in natura. “Questa è una partita ancora tutta da definire e giocare. E’ un servizio costoso per il quale servono finanziamenti. Abbiamo, insomma, una serie di sfide davanti a noi. L’obiettivo finale è che il Csn diventi un fiore all’occhiello per la scienza, la divulgazione e il divertimento, aperto a chiunque”, ha concluso Morelli.

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