50 anni anni di campi scout all’Alpe di Cavarzano nella base costruita dal Masci FOTO


La prima traccia risale a 88 anni fa, quando in occasione dell’Anno Santo nel 1926, gli scout innalzarono una croce di legno, oggi sostituita da una struttura in ferro e cemento. È un legame che parte da lontano quello unisce il movimento scout pratese con l’Alpe di Cavarzano, una località immersa tra i monti dell’appennino pratese.
Lì il Masci di Prato, il movimento degli adulti scout cattolici italiani, 50 anni fa ha costruito una delle basi più conosciute e apprezzate dai gruppi di tutta Italia e non solo, negli ultimi anni hanno piantato le loro tende anche ragazzi e ragazze col fazzolettone provenienti dalla Francia e dalla Germania. Roberto Fedi, memoria storica e tra i responsabili della base, autore di un libro che celebra lo speciale l’anniversario, calcola che dai verdi prati dell’Alpe siano passati oltre 20mila persone, tra capi, ragazzi e genitori.

 

(Nella foto il vescovo emerito Gastone Simoni in visita all’Alpe, a destra Ennio Biagiotti e a sinistra Roberto Fedi)
Era il 1963 quando alcuni amici: Egisto Gori, Franco Bini e Gustavo Pecchioli, mentre stavano facendo una camminata sopra Cavarzano, notarono una antica casetta usata dai pastori come alpeggio. Subito l’idea: la ristrutturiamo per trasformarla in un rifugio. In poco tempo fu rintracciato il proprietario e il rudere divenne la casa scout Mario Mazza, dedicata a uno dei fondatori dello scautismo italiano. «L’inaugurazione avvenne il 27 maggio del 1965, solennità dell’Ascensione, – racconta Fedi – la messa fu celebrata dal canonico Mario Pacinotti alla presenza del senatore Guido Bisori». Per l’acquisto della struttura fu fondamentale l’apporto di Rino Michelagnoli, industriale pratese e scout di vecchia data, mentre per la ristrutturazione decisivo fu l’impegno di Alvaro Bigagli, anch’egli scout e imprenditore edile. «A quei tempi non fu facile fare i lavori: – aggiunge Roberto Fedi – la strada non c’era, esisteva solo un sentiero percorribile a dorso di mulo». Negli anni Ottanta la svolta, viene acquistato anche il terreno attorno al rifugio e così la base si apre alle tende. Il campo viene dedicato ad un amico scomparso, Riccardo Pagnini, capo dell’allora gruppo Prato 1 con sede in San Francesco, scomparso in un incidente stradale. Ma gli ampliamenti e i lavori sono proseguiti e la base oggi ha un secondo rifugio e un’area ancora più vasta.

Per festeggiare i 50 anni e assicurare la gestione della base è stata promossa una cena in programma sabato 29 novembre, a partire dalle 19,30 in Sant’Agostino, promossa dall’associazione Insieme per lo scautismo che gestisce la struttura. L’invito a partecipare è rivolto a tutti, in particolare a tutti gli scout che sono passati almeno una volta dall’Alpe.