68 aziende cinesi controllate, 2 sequestrate (più altre nove nell’ambito di ispezioni assieme alla polizia municipale), 60 notizie di reato inviate alla Procura e altrettante prescrizioni notificate agli imprenditori affinchè fossero sanati gli abusi. Sono i numeri del primo mese di controlli, a Prato e provincia, da parte dei 74 ispettori del lavoro assunti dalla Regione nell’ambito del piano straordinario per Prato, dopo la tragedia del 1 dicembre scorso in cui sette operai persero la vita nell’incendio della fabbrica-dormitorio di via Toscana. Gli ispettori del lavoro hanno operato da soli (soltanto una pattuglia della municipale a garantire la sicurezza nella fase di accesso ai capannoni) verificando gli aspetti di loro competenza: presenza di dormitori abusivi (6 casi) o di cucine abusive (2), impianti elettrici fatiscenti (36), macchinari senza dispositivi anti-infortunio (37). Non c’è stato nessun caso di bombole di gas in sovrannumero, e 9 aziende avevano tutto in regola. Un datore di lavoro è stato arrestato per sfruttamento di manodopera clandestina, perchè nella sua fabbrica – in un controllo a cui ha partecipato anche la polizia municipale – sono stati trovati 5 cittadini cinesi irregolari in Italia.
I criteri con cui sono stati scelti gli obiettivi sono: mancata adesione al Patto di emersione alla legalità (68), apertura successiva al primo gennaio 2013 (36 casi), tipologia edilizia suggestiva di promiscuità casa/lavoro (9), zona di addensamento produttivo (23). In nessun caso si è proceduto a seguito di esposti, diversamente da quanto accade per i blitz interforze e i controlli di iniziativa delle altre forze dell’ordine, che sono proseguiti e avvengono per lo più proprio a seguito di segnalazioni.
La campagna di sensibilizzazione della Regione attraverso le associazioni di categoria ha portato a 50 domande di adesione al Patto fiduciario, che consente alle aziende di avere più tempo prima di essere oggetto dei controlli da parte degli ispettori regionali. “I blitz interforze che si sono fatti finora arrivavano a controllare 100 aziende all’anno – ha detto il presidente della Regione Enrico Rossi -. Noi, fin da novembre ne ispezioneremo 180 a settimana nell’area vasta con controlli sui dormitori, cucine, impianti elettrici e bombole di gas. Gli ispettori, in quanto ufficiali di polizia giudiziaria, possono rilevare anche altre situazioni di illegalità su cui le Procure possono intervenire. Io credo che comunque avremo fatto una grande cosa se in un anno e mezzo riusciremo a togliere dormitori, cucine e bombole di gas e a avremo ristabilito quella soglia minima di legalità, dietro la quale si trascinano altri fatti da verificare in maniera più puntuale compreso ad esempio il problema degli affitti a nero dei capannoni. Se a Prato fossero aboliti tutti i clandestini di colpo, del resto, credo che ci sarebbero altri problemi nell’economia cittadina. Qualcosa dopo i nostri controlli sta cambiando: 50 aziende hanno aderito al Patto di emersione alla legalità e mi dicono di movimenti nei capannoni per rimuovere dormitori e abusi edilizi”.
“Quando accadde la tragedia di via Toscana, il primo dicembre 2013 ero a Mantova per un’iniziativa del Pd e facevo un altro mestiere – ha detto il sindaco Biffoni -. Mi telefonò il Prefetto e sentii mancare il terreno sotto i piedi: la mia città, famosa per il lavoro e per il suo distretto, al centro di un dramma come questo. Da lì è nata la reazione e la volontà di dare una scossa profonda. Questa città che del lavoro ha fatto tratto distintivo deve tornare ad essere un modello, cioè raccontare a tutti che non si tollera chi sta nell’ombra e vuol fare il furbo. Occorre proseguire in questo lavoro e potenziare gli organici del Tribunale e della Procura. Non a caso vado spesso a Roma e adesso nessuno può dire di non conoscere la situazione di Prato”.
Il programma della Regione prevede a ottobre il controllo di 80 imprese e da novembre un aumento fino a 200 imprese. Nel 2014 si conta di arrivare ad aver ispezionato 600 aziende e nel triennio l’obiettivo è di verificare tutte le 4000 ditte cinesi censite e quelle di nuova attivazione.
Dario Zona
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