Con il trasferimento del pronto soccorso, il 12 ottobre 2013 entrò in funzione il nuovo ospedale di Prato. Un anno dopo è tempo di bilanci: i posti letto del Santo Stefano, come da molti paventato, non sono sufficienti e i limiti strutturali sono aggravati dal ritardo nel potenziamento delle cure territoriali, che dovevano supportare il nuovo modello assistenziale per intensità di cura adottato dalla Regione con i quattro nuovi ospedali in Toscana.
I 540 posti letto dell’unico presidio ospedaliero della provincia pratese si sono rivelati insufficienti (nel vecchio nosocomio superavano i 700, e nel 2001 quelli censiti erano 785). Il pronto soccorso – primo per accessi in Toscana (tra i 90 mila in un anno, con picchi di oltre 300 al giorno) – è preso d’assalto e anche se soltanto l’11% delle persone vengono ricoverate, i pazienti, per lo più anziani, sono costretti ad attendere su un lettino in un corridoio per ore (segnalate attese anche di 20 ore) prima che si liberi un posto di degenza.
La percentuale di occupazione dei letti è infatti del 98%, a fronte di un dato ottimale dell’85%. Un buon 10% di pazienti non viene dimesso perchè sul territorio le risposte socio-sanitarie non sono sufficienti.
Sono infatti soltanto 12 i posti letto per le cosiddette cure intermedie che Regione e Asl hanno allestito in una Palazzina del vecchio ospedale, a cui si aggiungono i 20 letti di “bassa intensità” in convenzione con la Casa di Cura di Villa Fiorita.
Il piano della Regione
La Asl e il Comune attendono da mesi l’approvazione del più volte annunciato Piano Prato da parte della Regione: 3,5 milioni di euro utili ad aumentare i posti letto territoriali e le cure domiciliari, ridurre le liste di attesa per esami diagnostici e allentare la pressione sul pronto soccorso attraverso la nascita delle case della salute, in cui coinvolgere i medici di medicina generale, e l’attivazione di un ambulatorio di assistenza primaria per stranieri con la presenza di mediatori culturali.
Il parcheggio a pagamento
Problema a parte, il parcheggio a pagamento. I cittadini lamentano tariffe troppo care per uno dei servizi (assieme a bar e ristorazione, affitto degli spazi commerciali, lavanderia, cura del verde, manutenzione) che – secondo il contratto di project financing – serviranno al concessionario Ge.Sat per rientrare in 19 anni dell’investimento compiuto per la costruzione dei 4 nuovi ospedali toscani. Il Comune di Prato – assieme alle amministrazioni di Lucca, Pistoia e Massa-Carrara, attraverso la Regione – ha chiesto agevolazioni e tariffe più basse. In caso contrario si è detto pronto a realizzare un parcheggio gratuito immediatamente all’esterno dell’area ospedaliera.
D.Z.
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