Viene sospesa da lavoro con l’accusa di aver cancellato e copiato documenti dell’azienda per cui lavora, ma lei rispedisce al mittente l’accusa, con tanto di prove: è il caso di Maria (nome di fantasia per tutelare la privacy dell’interessata), che si è rivolta ai sindacati dopo aver ricevuto un procedimento disciplinare con una motivazione – a suo dire – costruita artificiosamente dai datori di lavoro del consorzio Astir, significativa realtà cittadina che ingloba 23 cooperative di cui 10 pratesi per un totale di 800 lavoratori. “Tutto è iniziato l’11 agosto – racconta – quando ho segnalato alcune incongruenze sul mio pc: non riuscivo più a vedere alcuni documenti, fondamentali per il mio lavoro nella gestione delle gare d’appalto. Allora ho subito contattato la direzione, sottolineando il mio problema. E questo anche nei giorni successivi. A questo punto, non vedendo nessun riscontro, sono partita per le ferie, nonostante mi fossi resa disponibile a lavorare anche durante il periodo estivo. Ma quando sono tornata dalle vacanze la situazione era decisamente peggiorata”. E infatti, secondo il suo racconto, Maria, dopo aver riacceso il computer, si è trovata la password di accesso modificata, oltre al persistere del problema: i documenti non erano ancora visualizzabili, almeno dal suo pc. Mentre da altri potevano essere consultati. Questo fino al 23 settembre, quando la donna ha ricevuto una contestazione e sospensione cautelativa da lavoro, con l’accusa di aver cancellato i file di cui – a suo dire – lei stessa aveva più volte segnalato le problematiche. “Come sindacato – spiega Giovanni Iorio, segretario Generale della Funzione Pubblica Cgil – abbiamo riscontrato delle anomalie in questo procedimento. Ci sembra un caso di espulsione non con una motivazione reale, ma con una costruita ad hoc. Sospettiamo che forse, prima di questo procedimento, ci sia stato un altro problema, che poi avrebbe fatto sfociare la sospensione cautelativa: magari qualcosa che la dipendente si è rifiutata di fare”.
Ma la Cgil non si ferma qui: “Dalle nostre ricerche – spiega Iorio – risulta che la situazione economica delle cooperative Astir non sia rosea da un punto di vista economico”. Secondo i dati forniti dalla Cgil alla stampa, il rapporto di indebitamento delle 10 cooperative sociali pratesi aderenti ad Astir è passato dal 4,57% del 2012 al 6,95% del 2013; in valori assoluti il capitale sociale del gruppo è diminuito di circa 800mila euro e il debito è aumentato di oltre un milione nello stesso periodo. Ciò è avvenuto nonostante l’aumento del fatturato del consorzio, che passa a un +1,50% per la vendita di servizi sociali alla pubblica amministrazione e un patrimonio netto di +8,42%. “Ciò lascia intuire – sono le parole di Sandro Malucchi, segretario Sanità e Terzo Settore FP Cgil – che le difficoltà economiche e finanziarie del sistema ricadono esclusivamente sulle imprese cooperative e non sul consorzio che le raggruppa, ossia Astir”.
Interpellata da Tv Prato, la presidente di Astir Loretta Giuntoli non intende rispondere in merito alla questione della lavoratrice. Sui problemi economici sollevati dalla Cgil, invece, Giuntoli spiega: “Il fatto che il consorzio vada bene mentre alcune sue cooperative male – spiega Loretta Giuntoli, presidente di Astir – è perché queste cooperative hanno problemi interni. Ci sono alcune realtà che hanno difficoltà da anni, ma questi son problemi organizzativi loro. Il consorzio cerca sempre di dare una mano, ma molto dipende dall’organizzazione di una cooperativa. Quello che c’è, secondo me, è un atteggiamento della Cgil che non riesco a capire”.
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