C’è Francesca che ha mandato le due figlie al pre-scuola all’istituto Marco Polo e che deve al Comune 15 euro per ognuna delle due bambine. E poi Agnese che ha portato al post scuola delle Mazzoni suo figlio e che risulta morosa anch’essa per 15 euro. Entrambe, così come altri sei genitori, si sono “meritate” la pubblicazione sul sito del Comune di Prato, all’interno dell’albo pretorio, del loro nome, di quello dei loro figli (evidentemente minorenni), dell’indirizzo dell’abitazione, del numero di casa, del cellulare e per concludere del complesso scolastico che frequentano i piccoli, annesso di quota da dare all’amministrazione comunale. E se i nostri nomi sono volutamente di fantasia per non rendere riconoscibili i bambini, quelli del Comune sono giusti.
La pubblicazione ha ancora più dell’incredibile se si guarda alle somme dovute dai genitori (il riferimento è all’anno scolastico 2013 – 2014). Qualcuno addirittura è moroso per 10 euro, mentre la somma massima da dare all’ente pubblico è quella di un padre, che ha mandato al pre-scuola delle Primo Levi i due figli, per un importo complessivo di 200 euro.
Il Comune, che in totale deve riscuotere 605 euro, con una determina del servizio pubblica istruzione e servizi educativi ha deciso di mandare agli utenti morosi l’apposito bollettino di pagamento, riservandosi eventualmente di passare alla riscossione coattiva tramite Sori in un secondo momento. Con buona pace della privacy dei genitori e soprattutto avendo violato gravemente quella dei bambini.
“Sono basita, senza parole – è il commento di una delle mamme – Adesso ne parlerò con mio marito. Sono una persona pacifica, ma essere messi in piazza per 15 euro non mi pare giusto. Non ci sto proprio. Anche perchè poi ho già provveduto a pagare il bollettino. Ora sentirò gli altri genitori coinvolti e vedremo se è il caso di mandare una lettera al Comune o adire una azione legale”.
L’elenco dei morosi non lo pubblicheremo volutamente per evitare di violare la privacy dei bambini.
Stefano De Biase
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