Compagni nella vita e anche nel lavoro. O quasi. E’ la storia curiosa di Lorenzo Sanesi ed Elena Morini, che hanno inaugurato ieri pomeriggio due nuovi negozi in via Galcianese. Un bell’esempio di come l’unione, di questi tempi, possa fare la forza di due piccoli imprenditori che hanno deciso di mettersi in proprio.
Elena ha appena aperto un ambulatorio veterinario, l’ambulatorio Santo Stefano, dopo essere stata per decenni in un altro istituto simile come dipendente. La vicinanza di Lorenzo, per la sua attività, potrebbe essere di grande aiuto e la speranza è che via Galcianese porti bene ad entrambi: “Abbiamo creduto nelle possibilità di sviluppo di questa zona, che si sta ingrandendo ed è anche molto vicina all’ospedale – commenta Elena Morini – Condividiamo la nostra vita di tutti i giorni e ci piaceva l’idea di condividere anche le rispettive avventure lavorative. Partire insieme ci dà più forza e più capacità di affrontare eventuali momenti di difficoltà”.
Lorenzo Sanesi, invece, già da decenni porta avanti la sua attività di costruttore di biciclette su misura: il suo negozio “Obrii, biciclette a regola d’arte”, ora si è trasferito in via Galcianese, ma già da tempo era diventato una vera e propria eccellenza nel mondo del ciclismo. Lorenzo è un artista dal talento consolidato e riconosciuto, uno dei pochi in grado di misurare con precisione la posizione sul sellino del cliente, per “cucirgli” addosso la bicicletta più adatta alle sue esigenze, dai tubi del telaio ai materiali usati per manubrio e sella. Non a caso è proprio ad Obrii che si sono rivolti, negli anni, fior fior di campioni delle due ruote, ma anche migliaia di semplici appassionati. “Tutto nasce dalla grande passione per il ciclismo, che ho da quando anche io ero un corridore –commenta Lorenzo Sanesi – a farsi prendere le misure per la bici ho accolto campioni come Ulissi e come i corridori della Lampre o ancora Tinchella. Tutti sono venuti appositamente a Prato per farsi aiutare. Mi sembra un bel segnale: anche nella nostra città ci sono eccellenze molto conosciute, che andrebbero valorizzate e sostenute con più coraggio”.
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