7 Ottobre 2014

Questione barriere sull’A11: estenuante transito veicolare e alta incidenza di tumori, la protesta a Cafaggio “sale” sui balconi


La protesta dei residenti di Cafaggio “sale” sui balconi e le finestre: molti degli abitanti della zona di via Roma e strade limitrofe attorno all’autostrada A11 hanno messo fuori dalle loro case teli e lenzuoli bianchi. Quando questi diventeranno sporchi e scuri, l’obiettivo è quello di far capire all’amministrazione e alla Società Autostrade quello che i residenti sono costretti a respirare ogni giorno. L’idea è del Comitato pubblico “In mezzo a un’autostrada”, che ormai da mesi si batte per l’installazione di barriere anti rumore e anti inquinamento nel tratto autostradale che passa proprio sopra Cafaggio. “Sono dodici anni che aspettiamo e adesso non ne possiamo proprio più – sono le parole di Tommaso Chiti, portavoce del comitato cittadino –  chiediamo perentoriamente l’installazione di queste barriere. Ci sono ore del giorno in cui le file in autostrada ce le ritroviamo di fronte alle finestre. Inoltre chiediamo anche che il Comune predisponga una cintura arborea nei terreni limitrofi, così da diminuire l’impatto dell’inquinamento ed evitare che la caduta di eventuali oggetti pesanti metta a rischio case e persone”. Oltre 1800 passaggi di veicoli nelle sole ore del giorno (da sommare ai 900 passaggi di auto su Via Roma), un livello altissimo di malati di tumore – che non accenna a diminuire tra i residenti della zona: una situazione che gli abitanti non tollerano più. E, in più, la Regione Toscana ha fatto sapere di avere accantonato la realizzazione della terza corsia, cosa che dovrebbe accelerare i lavori di realizzazione delle barriere: tutte questo e molto altro sarà discusso all’interno dell’audizione in Commissione 4, fissata per questo pomeriggio in palazzo comunale. La speranza è che la politica pratese recepisca le istanze dei cafaggesi e chieda una risposta alla Società Autostrade, che per ora – pur essendo la principale parte in causa – non si è mossa. “Tra qualche tempo vedremo come sono ridotti i lenzuoli che abbiamo appeso alle finestre – dice ancora Chiti – forse il Comune si convincerà della necessità di montare in questa zona una stazione Arpat per i rilievi sui livelli di inquinamento”.

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