Dopo il giro di vite dei controlli nelle tintorie, rifinizioni e stamperie a conduzione cinese (Leggi l’articolo), l’attività dell’Arpat (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana) si è spostata sui gruccifici orientali. Ad oggi sono una decina quelle presenti sul territorio pratese, in particolare nei comuni di Prato e Montemurlo. Le problematiche principali riscontrate in tali aziende sono di tipo sanitario e ambientale, con l’emissione di maleodoranze dovute all’utilizzo di grandi quantità di solventi di qualità scadente durante la fase di produzione delle grucce, all’assenza di impianti di aspirazione e trattamento dei fumi, con problemi anche per la salute degli stessi lavoratori.
In seguito a numerose segnalazioni, Arpat ha effettuato una serie di controlli riscontrando su tutte le aziende illeciti penali ed amministrativi; in alcuni casi si è proceduto al sequestro con la collaborazione delle forze di polizia e delle altre istituzioni preposte.
Solo in seguito al giro di vite messo in atto da Arpat, nell’ambito del progetto speciale per Prato voluto dalla Regione, i gruccifici cinesi hanno iniziato la regolarizzazione anche per gli aspetti ambientali.
“Di fatto – fa sapere Arpat – sono iniziati e si stanno per concludere tutti gli iter autorizzativi per i quali Arpat, in stretta collaborazione con la Provincia, ha individuato attraverso le numerose prescrizioni una serie di misure di contenimento del quadro emissivo di tali tipologie di attività.”
Commenti