Gli organizzatori del Settembre Pratese dopo le polemiche scaturite sui pagamenti dei fornitori, decidono di raccontare tutta la loro verità e svelano i retroscena dell’edizione 2013, con Claudio Belgiorno che arriva ad ammettere: “Forse non si sarebbe dovuto giocare”. I fatti raccontano di numerose prescrizioni fatte dalla commissione di vigilanza sugli spettacoli pubblici, prima di dare l’agibilità all’arena della Palla Grossa. Le tribune, stando al racconto di Belgiorno e del suo avvocato, Gianna Posillico “non erano idonee ad ospitare l’evento e il materiale fornito non conforme alla legge”. Da qui la necessità di mettere mano all’iniziale allestimento, trovando però l’opposizione della ditta a cui erano stati affidati i lavori. Da qui un lungo tira e molla, con la diminuzione della capienza iniziale dell’arena. La commissione di vigilanza in seguito a successivi sopralluoghi ha ravvisato numerose irregolarità, che hanno portato a denunce penali ai danni degli organizzatori “perchè la situazione non era in sicurezza”. “Per questo – spiega Belgiorno – abbiamo citato per danni l’azienda a cui abbiamo affidato i lavori e ci siamo opposti al loro decreto ingiuntivo per il pagamento”. Causa è stata intentata anche nei confronti degli altri fornitori dell’edizione 2013 del Settembre Pratese che secondo gli organizzatori “non hanno rispettato i contratti in essere. Come gli addetti alla sicurezza che hanno permesso un sovrannumero di ingressi e l’accesso con biglietti falsificati”.
Belgiorno passa poi a parlare di quella che a suo dire è stata una campagna mediatica che lo “ha messo alla gogna” con l’obiettivo “di farmi fuori”. “Ho presentato sei denunce in tribunale – spiega – sono stato tirato in ballo ingiustamente”. Sul sindaco Belgiorno dice di “essere in attesa di una sua telefonata” e di essere pronto “a fare un resoconto preciso e puntuale di spese e incassi”. “Esiste già un resoconto del primo anno – commenta – Gli incassi sono di 220mila euro, le spese 160mila euro, poi c’è la gestione al di fuori del Settembre Pratese degli allenamenti delle squadre”. L’ultima battuta è sul futuro: “Noi siamo a disposizione della città e dei quartieri”.
Stefano De Biase
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