Domenica 21 settembre, dalle 16 alle 21, la piazza di Santa Maria delle Carceri ospiterà la «Tenda del silenzio», uno luogo privo di simboli, religiosi e civili, dove chiunque potrà raccogliersi in e meditazione silenziosa e, magari, in preghiera, nel nome della pace, valore peraltro celebrato nel medesimo giorno in tutto il mondo dall’Onu.
«La tenda del silenzio» è un esperimento che si tiene da più di dieci anni a Milano, grazie all’azione dei frati Minori di Sant’Angelo in collaborazione con diversi movimenti e con il Forum delle religioni della diocesi milanese. A Prato, tutto è nato dall’iniziativa del gruppo dei francescani secolari, dalla comunità delle suore Orsoline, da l’associazione La Tenda di Mezzana, dalla Comunità Bahà’ì. Inoltre hanno aderito all’iniziativa gli scout dell’Agesci e le parrocchie di San Pietro a Mezzana e di Sant’Antonio a Reggiana. Tra i promotori anche l’associazione laica «Venti di terra», che si occupa principalmente di attività legate alla non violenza a all’integrazione. Giovanni Lenzi, membro di quest’ultima e del comitato appositamente costituito per l’organizzazione dell’evento, riassume gli obiettivi dell’iniziativa in due punti: «Noi vediamo il silenzio sia come un’azione di pace, che possa portare assieme credenti e non credenti, sia come un appuntamento di natura culturale: in un tempo in cui c’è spesso l’idea del muro contro muro fra le varie realtà cittadine, questo è un segnale per dire che la pace può partire da qui». Milano ha avuto la sua prima «Tenda del Silenzio» nel 2002, e da allora ha visto un crescendo di seguito. Ora, si cerca di portare quanto di buono fatto nel capoluogo lombardo qui a Prato, che secondo Giovanni Lenzi è tutt’altro che un luogo casuale: «Per noi Prato rappresenta un laboratorio della società futura, una società multietnica: che ci piaccia o no, dobbiamo imparare a parlare un linguaggio comune». Questo evento, che nei piani del comitato dovrebbe svolgersi con cadenza annuale, si innesta su un percorso parallelo di preghiera interreligiosa attivo dall’autunno del 2012. Il progetto è partito nella parrocchia di Reggiana, dedicato al lavoro dello storico parroco, il compianto don Giampiero Fabbretti. «Finora sono stati portati avanti tre momenti di preghiera con la comunità buddista cinese», specifica Lenzi, «ma speriamo di poter allacciare rapporti anche con la comunità musulmana». Tra le diverse realtà coinvolte, prenderanno parte anche gli scout dell’Agesci. Il nostro aiuto è principalmente di natura pratica», spiega Marcella Di Gregorio del gruppo Prato 5 di Chiesanuova. «Alcuni di noi sono addetti al montaggio della struttura. Poi, individualmente, abbiamo invitato i capi a partecipare all’evento».