Sono iniziati oggi i controlli alle aziende cinesi previsti dal piano straordinario triennale varato dalla Regione Toscana con l’assunzione di 74 tecnici del lavoro. Gli ispettori assunti – 50 dei quali a Prato – sono tutti molto giovani, agiscono in gruppi di 6 o 7, capitanati da chi ha già ottenuto la qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria, con il supporto di un interprete e di due agenti della municipale, al fine di gestire eventuali problemi di ordine pubblico. Almeno fino a novembre non saranno accompagnati da forze dell’ordine o altri enti ispettivi e si occuperanno di verificare soltanto le norme della sicurezza sul lavoro. “Le priorità saranno quelle inerenti i punti critici: promiscuità con presenza di dormitori e cucine abusive, bombole di gas in sovrannumero, impianti elettrici fatiscenti e perciò pericolosi – spiega Renzo Berti, responsabile del progetto per la Regione -. Ciò non toglie che laddove individueremo questioni che sono di competenza più stretta di altri soggetti, li attiveremo perchè vengano e verifichino loro stessi”. Di fatto tuttavia, rispetto ai controlli interforze, restano fuori le verifiche su impiego di manodopera clandestina, lavoro nero e normative antincendio.
Ciascuna squadra di ispettori dovrà controllare due aziende al giorno, per un totale di 4 blitz al giorno e 20 alla settimana. “Dal primo novembre, con il supporto delle forze dell’ordine, dovrebbero diventare 5 uscite al giorno, per un totale di 50 aziende da controllare a settimana” spiegano dal Dipartimento di prevenzione della Asl.
Oggi sono state controllate tre confezioni (alle Badie, in via Donizetti a San Paolo e in una corte interna di via Bologna): nessun problema nell’avere accesso ai capannoni (tranne uno, apparentemente deserto e chiuso dall’esterno con un lucchetto), qualche difficoltà nel rintracciare il titolare. Alla fine le contestazioni sono lievi e riguardano soprattutto la mancanza di dispositivi di sicurezza alle macchine da cucire. Non è stato trovato nessun loculo dormitorio, né apparentemente abusi edilizi, e non sono scattati sequestri.
Gli obiettivi sono stati scelti secondo i criteri che hanno concordato Comune e Regione: priorità a “nuove aziende, tipologie edilizie suggestive di promiscuità tra ambienti di vita e di lavoro, comparto produttivo, contesto urbanistico, e mancata adesione al Patto per il lavoro sicuro”. Per promuovere quest’ultimo e l’emersione alla regolarità, Regione e Asl hanno avviato già da due mesi una campagna di comunicazione: “Abbiamo fatto volantinaggio nei luoghi di ritrovo della comunità cinese e nelle aziende; è stato attivato un numero verde che risponde a richieste di chiarimento tramite un operatore madre lingua cinese e ci sono già stati dei contatti. L’adesione al Patto di fiducia è nella fase di avvio, per il momento non ci sono adesioni, ma si pensa che nei prossimi giorni ci potranno essere”.
Per aiutare la magistratura a smaltire la mole di pratiche che deriverà dai controlli, la Regione – che ha investito nel progetto 13 milioni di euro – ha inviato alla Procura pratese 7 amministrativi, a cui si aggiungono 4 tecnici della prevenzione distaccati dalla Asl 4 e da lunedi prossimo anche 15 giovani del servizio civile (dei 35 impiegati nell’area metropolitana).
Dario Zona
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