Comincia mercoledì 1 ottobre la quarta edizione del “Mese dedicato all’affidamento familiare”, organizzato dall’assessorato alla salute e alle politiche sociali del Comune di Prato in collaborazione con le famiglie affidatarie. Appuntamento alle ore 11, nella sala delle Vele della Asl4 in piazza Ospedale 5 per l’incontro di apertura rivolto agli operatori socio-sanitari, alle associazioni e alle famiglie affidatarie. Interverranno Luigi Biancalani, assessore alla Salute e alle Politiche Sociali del Comune di Prato, Rosanna Lotti, Dirigente del Servizio Sociale e Sanità, oltre che Direttore della Società della Salute, Egizia Badiani, coordinatore sociale di Zona/Distretto S.d.S. e Liliana Lapi, presidente della Cooperativa Alambicchi s.c.s. Onlus.
Nel corso dell’incontro, oltre all’esposizione del calendario di incontri ed eventi che si susseguiranno nel mese di ottobre, saranno fornite tutte le informazioni tecniche in merito all’affidamento familiare: cos’è, come funziona, chi può diventare affidatario, quali sono i suoi riferimenti giuridici.
Qualche dato sull’affidamento familiare a Prato
A Prato, al 31 dicembre 2013, i minori in affidamento residenziale erano 92 (41 stranieri). L’età media è compresa tra i 6 e i 10 anni. Di questi, 72 sono stati collocati in territorio provinciale, mentre 13 sono stati affidati fuori dalla provincia. Gli affidamenti part-time, sempre alla stessa data, risultavano 32 (23 stranieri).
Cos’è l’affidamento familiare?
È un intervento di sostegno che consiste nell’accoglienza da parte di una famiglia (ma anche di un singolo) di un minore la cui famiglia di origine si trovi in una situazione di difficoltà e che, per questo, non sia in grado temporaneamente di prendersi cura dei figli. Si tratta di un intervento di carattere temporaneo, che comporta il mantenimento dei rapporti del minore con la famiglia di origine e, al termine dell’affido, il suo rientro. In Italia l’affidamento familiare è regolamentato dalla legge 184/1983 (“Disciplina dell’adozione e dell’affidamento dei minori), poi modificata dalla legge 149/2001.
La legge 149/2001 stabilisce, per l’affidamento familiare, una durata di 24 mesi, prorogabili dal tribunale per i minorenni. Si tratta, quindi, di un intervento temporaneo, la cui durata è stabilita sulla base del tempo necessario alla famiglia di origine per superare i problemi che hanno determinato l’allontanamento del minore.
Le forme di affidamento possono essere di diverso tipo: part-time, quando è limitato solo ad alcune ore della giornata; residenziale, quando il minore si trasferisce a vivere presso la famiglia affidataria, pur mantenendo rapporti con la famiglia di origine.
Lo Stato, le Regioni e gli enti locali definiscono misure di sostegno e di aiuto economico in favore della famiglia affidataria. Per diventare affidatari occorre rivolgersi ai servizi sociali. Possono fare richiesta e offrire la propria disponibilità coppie coniugate e non, sposate o conviventi e persone singole.
Per informazioni sugli affidi è necessario rivolgersi al servizio Affidi, in via Roma 101, 0574/1836412 – 1836404, email servizioaffidi@comune.prato.it, web www.comune.prato.it/sanità