“Dispiace doverci ripetere, peraltro con una cadenza regolare che non dipende certo da noi, ma anche stavolta vogliamo sottolineare il rischio sanitario e sociale che corre una città come Prato, punto di arrivo di extracomunitari e profughi provenienti da aree dove proliferano malattie mortali e dove le epidemie sono all’ordine del giorno”. Lo dichiara in una nota Patrizia Ovattoni della Lega Nord Prato, che chiede maggiori controlli sanitari sui profughi giunti a Prato.
“Più volte abbiamo sottolineato come il ritorno in Italia di malattie infettive debellate in Europa ormai da secoli non possa essere collegato ad altro se non ai fenomeni di immigrazioni clandestine: il recente caso di lebbra a Treviso dovrebbe suonare come un campanello d’allarme e invece pare che il problema sia ancora sottovalutato, se è vero che gli ultimi profughi arrivati a Prato e ospitati a Villa Fiorelli sono stati controllati e visitati molto superficialmente, anche perché un qualsiasi tipo di controllo o disinfestazione più intenso viene subito scambiato per un atto di razzismo e oppressione. Adesso è la volta dell’ebola – prosegue Ovattoni – il cui virus si è già manifestato in varie zone dell’Africa colpendo anche cittadini europei e asiatici presenti in quel continente per lavoro o turismo: il virus è forte in zone colpite da guerre civili e stermini. Quindi chi abita in quelle zone può spesso godere dello status di rifugiato politico o di profugo e arrivare in Europa con il suo carico di speranze, di sogni e di virus.
Chiediamo quindi di vigilare con occhi ben aperti, certamente con una mano sul cuore ma con l’altra nella borsa medica per tutelare i malati ospitati e per evitare che malati diventino gli ospitanti.
Noi, che prima di tutto siamo dalla parte degli ospitanti, chiediamo controlli, controlli e controlli, nella speranza di non doverci ripetere in futuro con cadenza regolare per sottolineare gli stessi problemi” conclude il commissario provinciale della Lega.
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