Un’enorme zazzera di capelli di cui lei stessa parla nell’introduzione del brano Halleluja! Hair! in riferimento alla fatica e, talora, al dolore reale che ogni tentativo d’acconciatura provoca; ma questo serve, secondo la cultura afro, a preparare ogni donna al futuro e vero dolore ancestrale, quello del parto. Una scusante valida va pure trovata. Questa è Joy Frempong, bella e brillante musicista svizzero-ghanese che, insieme al singolare batterista e produttore Lleluja-Ha, forma OY, un duo unico, non solo musicalmente, ma anche visivamente. Lo strampalato Leluja-Ha ha infatti l’abitudine di presenziare ai concerti con un enorme copricapo, che gli copre interamente la testa, gettando in una simpatica ombra di mistero la sua identità, oltre che porre l’interrogativo di come possa vederci attraverso questo enorme cappuccio colorato. Ma tralasciati gli espedienti scenici, bisogna parlare di musica, perché questa è la vera attrazione di Oy.
Tutto parte dalle radici di Joy: il materiale originale – e l’ispirazione – per la costruzione dei brani è stato direttamente raccolto durante viaggi fatti in Mali, Burkina Faso, Ghana e sud Africa. Altra città essenziale per la loro musica è quella dove risiede il duo, Berlino, fervente di sperimentazione e commistioni musicali di ogni genere. Ecco che si ottiene così un Afrobeat 2.0, fatto di campionamenti, registrazioni vocali estemporanee, basi, il tutto permesso grazie ad un sapiente utilizzo dell’elettronica, senza però tradire la predominanza ritmica tipica della musica popolare africana: qui il ruolo cardine di Lleluja -Ha senza volto.
Ad aggiungere valore, la scrittura intelligente e visionaria di Joy, che spesso interagisce col pubblico con simpatiche spiegazioni dei suoi brani: esempio calzante è la tragicomica Don’t run run, con il quale la cantante dà un consiglio al pubblico, quello di non correre: un uomo correndo inciampò, cadde e morì. A chi è in ritardo per il suo funerale, però, è sconsigliabile correre. Sottile ironia.
C’è stato spazio durante la serata anche per talenti in erba del tutto pratesi: due giovanissimi freestyler che si sono lanciati spontaneamente in un danza libera su un pezzo ritmato da club. Non sono passati inosservati, tant’è che Joy li ha invitati ad esibirsi sul palco per ricevere il giusto compenso in applausi.
Fabrizio Odori