Roxana Ardelean ha 31 anni e un figlio di 11. È arrivata a Prato dalla Romania giovanissima, e da sola, nel 1999. A marzo è stata sfrattata e ha dovuto lasciare l’appartamento dove ha vissuto per nove anni. «Ho sempre pagato l’affitto, con regolarità, – racconta la donna – ma quando mi sono ritrovata senza un lavoro non ho più potuto permettermi di dare 715 euro al padrone di casa».
Roxana è abituata ad affrontare prove difficili: è una ragazza madre, sta tirando su il figlio senza l’aiuto del padre, ma quando si è ritrovata disoccupata ha perso l’autonomia e la possibilità di avere una casa. «Ero disperata, mi sono chiesta: e ora cosa faccio? Dove sistemerò mio figlio?». Roxana si rivolge ai servizi sociali del Comune di Prato che prontamente le trovano un posto alla «Casa comunale di accoglienza il Soccorso», un tempo conosciuta come la «Casa della giovane», inaugurata questa mattina (leggi l’articolo).
Per due mesi Roxana ha trovato alloggio nei locali in San Francesco, adesso si è trasferita con le altre donne nel Palazzo della Pro Verbo in via Roma. «L’ambiente qui è bellissimo», dice sorridendo, «mi sento come se fossi in famiglia e ringrazio Dio per l’esistenza di aiuti come questo gestiti da persone così, altrimenti sarei stata in mezzo a una strada». La giovane mamma ammette che la vita nella «Casa» impone il rispetto di alcune regole di comportamento, «all’inizio non sono facili da accettare, ma penso che siano inevitabili e giuste», aggiunge.
«Questi nuovi ambienti sono molto più accoglienti e funzionali rispetto alla precedente sistemazione, – dice Roxana – prima gli spazi in comune andavano divisi per 40, adesso ogni appartamento ha la sua cucina e la sua sala da pranzo. Ci sentiamo più libere, anche perché abbiamo le chiavi di casa e del portone di ingresso, sentiamo la piena fiducia degli operatori».
«Lo dico subito, a scanso di equivoci, – conclude – io considero questo alloggio come una soluzione di passaggio, sto cercando lavoro e voglio tornare alla mia indipendenza». Roxana ammette che non è facile, di questi tempi, ritrovare una occupazione, «però, vivendo qui ho acquisito serenità, so che mio figlio ha una casa dove stare e questo mi facilita nei colloqui. E non è poco».