23 Luglio 2014

Controlli nei capannoni, ecco il testo del Patto di fiducia che la Regione propone alle aziende


Inizia con una dissertazione sulla “grande trasformazione del tessuto produttivo pratese a partire dagli anni Novanta”, che ha generato “una stratificazione di problematiche”, sotto il profilo “dell’illegalità economica” e dei “rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori”. E’ aperta a tutti gli imprenditori che vogliono mettersi in regola, di qualsiasi nazionalità, e forse anche per questo non contiene mai la parola “cinese”. È il testo del patto di fiducia, accompagnato da una campagna di comunicazione bilingue (italiano e cinese), che la Regione propone agli imprenditori orientali disposti a mettersi in regola, nell’ambito del Piano straordinario di controlli (300 entro la fine dell’anno, 5000 in tre anni) che a settembre vedranno impegnati a Prato 50 nuovi ispettori assunti ad hoc.

Il “Patto per il lavoro sicuro”, approvato dalla Regione con una delibera di giunta, è stato presentato oggi in Comune nella commissione controllo e garanzia, convocata dal presidente Giorgio Silli per fare chiarezza sul provvedimento.
Al centro del confronto sono state le modalità dei controlli: il vicesindaco Faggi ha spiegato che gli ispettori avranno la qualifica di ufficiali di polizia giudiziaria e agiranno assieme a polizia municipale e forze dell’ordine. Priorità nei controlli sarà data a “nuove aziende, tipologie edilizie suggestive di promiscuità tra ambienti di vita e di lavoro, comparto produttivo, contesto urbanistico, e mancata adesione al Patto per il lavoro sicuro”. Il vicensindaco ha ribadito che non si tratterà di una moratoria, perchè le aziende firmatarie del patto potranno ricevere anche i controlli ordinari delle forze dell’ordine e quelli legati ad esposti.

Nel firmare il Patto l’imprenditore deve indicare un rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. Piuttosto blanda la formulazione che disciplina il coinvolgimento delle associazione di categoria, chiamate a contrifirmare il patto. Una formulazione che pare escludere implicazioni o responsabilità giuridiche in caso di inadempienza da parte degli imprenditori.  “Le associazioni di categoria firmatarie del patto – è scritto nel modulo di adesione – si impegnano a svilupparne la divulgazione e a supportare le imprese da loro patrocinate al fine degli eventuali adeguamenti, fornendo loro, in collaborazione con gli Ordini professionali, assistenza qualificata e sostenibile per il progredire dei loro percorsi”.

L’assessore Silli ha preso atto delle rassicurazioni sui criteri con cui si svolgeranno i controlli e sul fatto che l’accordo non comporterà privilegi particolari. Mentre l’ex assessore Aldo Milone si è detto scettico sulla volontà degli imprenditori cinesi di mettersi in regola: “Non c’è bisogno di nessun patto – ha detto – possono farlo con gli strumenti già esistenti”. E ha espresso dubbi sulla possibilità di realizzare un numero così grande di controlli: “Diverso sarebbe se i nuovi ispettori, visto che sono ufficiali di polizia giudiziaria, potessero operare in autonomia rispetto al gruppo interforze. E magari andassero a controllare anche gli appartamenti sovraffollati”.

I consiglieri  Garnier (Biffoni per Prato), Napolitano, Sapia e Alberti (Pd) hanno definito inopportuna la convocazione della commissione controllo e garanzia. Quest’ultimo si è detto in disaccordo con Milone: “Non è vero che la comunità cinese non vuole mettersi in regola. E lo dimostra il lavoro portato avanti con coraggio in questi anni dalla Cna”.
“Il problema è più ampio e vanno considerate anche le irregolarità degli imprenditori italiani che collaborano con le aziende cinesi” ha detto Mariangela Verdolini del Movimento 5 Stelle.

Ecco il testo del Patto per il lavoro sicuro

Dario Zona

Commenti
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